Ambiente

La Noaa indaga per la prima volta le ondate di calore marino sui fondali oceanici

Scritto da vocealta

Le ondate di calore non colpiscono solo la superficie del pianeta, ma anche il fondale marino. Secondo uno studio pubblicato su Nature Climate Change, la temperatura degli oceani sta aumentando a un ritmo accelerato, portando a un incremento delle ondate di calore marine.

Queste ondate di calore stanno avendo effetti devastanti sui sistemi ecologici degli oceani. Gli scienziati hanno osservato una serie di impatti negativi come la morte dei coralli, la riduzione di specie marine, la diminuzione della produttività biologica e l’alterazione dei cicli biogeochimici.

Le ondate di calore marine sono causate principalmente dalle attività umane, come l’innalzamento delle temperature globali e l’inquinamento dei mari. In particolare, l’aumento dei gas a effetto serra ha portato ad un incremento delle temperature oceaniche, mentre l’inquinamento ha alterato la chimica dell’acqua, rendendola più acida e meno ospitale per le specie marine.

Gli scienziati stanno lavorando per capire meglio gli effetti delle ondate di calore marine e per trovare soluzioni per mitigare i loro impatti. In particolare, non solo gli ultimi 10 anni di ricerca hanno dimostrato l’aumento del 50% di ondate di calore marino che riscaldano l’acqua in superficie, ma per la prima volta uno studio condotto dalla Noaa, la National Ocean and Atmosphere Administration degli Stati Uniti, si è incentrato sul comportamento e l’impatto di queste ondate sui fondali degli oceani.

Questo studio ha, infatti, dimostrato che le ondate di calore marino sul fondale degli oceani hanno una durata più lunga rispetto a quelle in superficie, arrivando fino a 6 mesi e mostrandosi più intense, con un’anomalia termica che va dai 0,5 ai 3°C. Purtroppo questo fenomeno ha richiesto una rianalisi – un’analisi retrospettiva – che non ha potuto indagare a pieno gli effetti che queste ondate di calore hanno in ambienti tanto profondi, a causa della mancanza di conoscenza e mezzi per esplorare queste zone dell’oceano.

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