Giustizia Quotidiana

La Camera discute tra revenge porn e castrazione chimica

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Non passa alla Camera con voto a scrutinio segreto l’emendamento che mirava ad inserire nel disegno di legge “Codice Rosso” il reato di revenge porn (ovvero la diffusione non autorizzata di materiale intimo altrui). Contro l’inserimento del reato nel codice penale i voti sono stati 232, favorevoli 218.

L’emendamento, proposto dalle opposizioni e in particolar modo dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini di Liberi e Uguali, non è stato accolto favorevolmente dal Governo, mentre la richiesta di voto a scrutinio segreto è stata inoltrata dal Partito Democratico. Si deve ad un membro del partito dem, Alessia Morani, una prima richiesta di sospensione dei lavori, accettata dalla relatrice del MoVimento 5 Stelle Stefania Ascari, con conseguente sospensione della Seduta nell’Aula della Camera. Intorno a l’una la presidente della commissione Giustizia Francesca Businarolo (M5S) ha richiesto la sospensione dei lavori alla Camera per un ulteriore approfondimento, così come il deputato Enrico Borghi (PD) proponente il rinvio alla prossima settimana col sostegno di Tommaso Foti (FdI), Federico Fornaro (LeU) e di Forza Italia, ma la richiesta è stata respinta e posticipata alle 15:30.

Dopo il voto la reazione negativa è stata generale da parte di tutte le opposizioni parlamentari, le quali soprattutto accusano il Governo di aver votato contro alla proposta per poter proporre così un proprio emendamento. Disordine in aula a seguito della protesta di alcune deputate di Forza Italia cappeggiate da Stefania Prestigiacomo. La senatrice Elvira Lucia Evangelista (M5S) difende così la proposta del suo partito: «il disegno di legge proposto dal Movimento è più organico e prevede dei percorsi educativi strutturati. Formulare il reato in questi termini è davvero troppo approssimativo e sbrigativo». Frattanto Lega e 5 Stelle si trovano a discutere il tema della castrazione chimica, presentata già nel disegno di legge dai penta stellati, mentre i primi proporranno un proprio emendamento.

«Noi non prendiamo in giro le donne.  Quello della Lega è infatti un emendamento applicabile nei casi in cui è prevista la condizionale. Questo significa che si applica solo a reati minori, dove appunto si prevede la condizionale, come il palpeggiamento ad esempio e non ha senso». Lo affermano fonti della maggioranza M5S. «La violenzasessuale in sé è infatti considerata già nel 4 bis dell'ordinamento penitenziario, per il quale reato è previsto il carcere senza condizionale. Così non risolviamo il problema, così è una presa in giro alle donne, si sfrutta la loro paura per fare campagna. Per noi chi stupra si deve fare l'ergastolo e non deve nemmeno accedere alla condizionale. Si devono fare 30 anni di galera e deve esserci certezza della pena. Punto».

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