Ambiente

Keep Clean & Run, la corsa lungo il Po ha raccolto 200 sacchi di rifiuti

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La quinta edizione di Keep Clean & Run ha permesso la raccolta di 200 sacchi di materiale inquinante per 4 tonnellate. La corsa in bicicletta, ideata dal runner ecologista Roberto Cavallo, ha coinvolto più di mille persone in una lunga corsa a tappe dal Monviso al Mar Adriatico con 7 ultramaratone in 7 giorni dal 4 al 10 maggio, seguendo le sponde del Po per 730km. Il percorso è iniziato a Crissolo (CN) verso Carignano (TO), il secondo giorno ha raggiunto Casale Monferrato (AL), poi Pavia, Cremona, Mantova, Ferrara e l’ultimo giorno Pila (RO).

Le 7 tappe con piccoli tratti percorsi anche in bici e canoa, lungo Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, avevano come scopo l’analisi, la documentazione fotografica, la mappatura e la raccolta dei rifiuti trasportabili, grazie all’aiuto di volontari, eco-atleti e associazioni, che hanno permesso la raccolta di 800kg di plastica, 600kg di carta, 400kg di metalli e oltre mille kili di indifferenziato. Il servizio televisivo di Sky permetterà dal 27 maggio di guardare in tv le fasi della grande corsa ecologica.

La sensibilizzazione sul fenomeno del littering (l’abbandono dei rifiuti in luoghi pubblici) è il principale messaggi lanciato dalla Keep Clean & Run, che si propone non solo come mezzo di raccolta, pubblicità e mappatura delle zone più inquinate ma anche come strumento per domandarsi quale sia l’origine del problema e i suoi effetti.

Perché proprio lungo un fiume? Ebbene, i dati dimostrano che il 75% degli inquinamenti dei mari ha origine nell’entroterra che raggiunge poi il mare tramite i fiumi. Affianco ai corridori inoltre un team di ricercatori si è occupato di monitorare le acque del Po raccogliendo dati sul suo stato di inquinamento. Creare una consapevolezza sociale ed educare le comunità locali (e non solo) a prendersi cura dell’ambiente è la grande sfida del progetto. Roberto Cavallo, raccontando l’origine del suo progetto, ha affermato che «l’idea è parlare di rifiuti in modo diverso. Spesso sentiamo dire che dobbiamo cambiare, ma poi alla fine abbiamo bisogno di una sedicenne per riflettere e fare qualcosa. Cercavamo un modo per comunicare e spiegare il viaggio di un rifiuto dall’entroterra al mare e dall’incontro con un amico che aveva corso da Aosta a Ventimiglia è nata l’idea. Poi è diventato un format».

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