Non si arresta la staffetta per la formazione del nuovo esecutivo, che non ha trovato pausa nemmeno in questi due giorni incastonati fra la domenica del voto in Molise e la Festa della Liberazione. Lunedì mattina in una nota diffusa poco dopo le 10:30 il Quirinale ha dissolto i dubbi circa il prossimo mandato esplorativo che avrebbe seguito quello fallimentare affidato alla Casellati. La Presidenza della Repubblica ha infatti annunciato di aver convocato il Presidente della Camera, on. Roberto Fico, per le ore 17:00 al Colle. Fico si è quindi diretto da Montecitorio al Quirinale all’orario prestabilito, muovendosi a piedi fra due colonne di agenti di scorta e dei carabinieri.
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L’incontro non è durato molto, e al termine il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Zampetti, ha letto davanti ai giornalisti il comunicato con cui Mattarella annunciava di aver conferito un mandato esplorativo a Fico, circoscritto all’ipotesi di formare una compagine governativa retta dal Partito Democratico e dal Movimento Cinque Stelle. Il mandato di Mattarella fa seguito a un disgelo occorso fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio all’indomani dell’esito delle consultazioni molisane. La sconfitta dei 5s, infatti, secondo il loro capo politico, non è dovuta alla superiorità del centrodestra, che si è presentato con una formazione estremamente frammentata, portando i tre partiti cardine della coalizione a essere solo una piccola parte di una vasta compagine. I veti incrociati di Lega e M5s, ovvero il rifiuto dei primi a un esecutivo a guida Di Maio e dei secondi a un’alleanza comprendente Forza Italia, persistendo hanno definitivamente accantonato l’ipotesi di un accordo fra i due partiti.
A margine del colloquio con il capo dello Stato, anche Roberto Fico ha rilasciato una dichiarazione. Dopo aver ringraziato il Presidente Mattarella, ha posto un punto fermo all’interno della sua attività. «Si deve partire dai temi e dai programmi per il bene del paese, ed è quello che farò» ha detto il Presidente della Camera davanti ai giornalisti riuniti nella sala stampa del Quirinale.
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In casa centrodestra, il primo a rompere il silenzio è stato proprio il leader della coalizione, Matteo Salvini. Dal Friuli, dove sta conducendo la campagna elettorale per le regionali di domenica prossima, il segretario della Lega ha accusato Luigi Di Maio di «prenderlo in giro». «Il Pd è stato bocciato dagli italiani e non può governare» ha dichiarato Salvini, prospettando ancora un governo del centrodestra come sancito dalle urne.
Immediata la risposta del capo politico del M5s, che in una diretta dalla sua pagina Facebook ha spiegato come rimanesse impossibile per il movimento creare una compagine di governo insieme a Forza Italia, puntando il dito contro Salvini, reo a suo dire di non aver voluto cedere. «Non si dica che non ci ho provato», così si schermisce Luigi Di Maio che quindi chiude una volta per tutte le trattative con il centrodestra. Tuttavia, fonti parlamentari fanno sapere che alcune comunicazioni fra i due leader sono ancora in corso.
Frattura interna invece per il Partito Democratico, che per la prima volta viene tirato in ballo nella danza per la formazione del governo. I renziani infatti hanno fin da subito fatto muro contro qualsiasi ipotesi di alleanza con il M5s. Il presidente Orfini ha dichiarato che il Pd è e rimarrà alternativo al M5s, mentre il capogruppo alla Camera Marcucci ha detto che «non ci sono le condizioni minime per una maggioranza politica tra Cinque Stelle e Pd. Ascolteremo il presidente Fico con la dovuta attenzione, ma per noi le distanze sul programma restano molto marcate». Opposte invece le dichiarazioni del fronte “governista” dei dem, che a voce di Franceschini, Orlando, Zingaretti ed Emiliano ha fatto sapere di essere disposto a trattare pur di evitare un governo sovranista a guida Lega-5s. Dall’area vicino al governatore pugliese, infatti, si leva la voce di un componente della direzione nazionale del Pd, Ginefra, che sostiene: «Le dichiarazioni di alcune “guardie del Re” non mettono solo a rischio la possibilità di dar vita ad un Governo M5s-Pd, ma mancano di rispetto al ruolo che il Presidente Mattarella e la terza carica dello Stato provano a svolgere. Così viene compromessa la credibilità stessa del Partito». Si prevede uno scontro, quindi, fra i renziani e i “governisti”, e prima che Franceschini inviti a un confronto senza pregiudizi è lo stesso segretario reggente, Maurizio Martina, a profilare dei colloqui produttivi. «Ci confronteremo con il presidente Fico con spirito di leale collaborazione secondo il mandato conferitogli dal presidente Mattarella. – ha spiegato l’ex ministro alle Politiche Agricole – Lo faremo con serietà e coerenza a partire da una questione fondamentale e prioritaria: la fine di ogni ambiguità e di trattative parallele con noi e con Lega e centrodestra. Per rispetto degli italiani, – conclude Martina – dopo 50 giorni di tira e molla, occorre su questo totale chiarezza».
Sono attesi dunque per oggi pomeriggio i colloqui tra Roberto Fico e gli esponenti di Pd e M5s. I dem saranno ricevuti a Montecitorio alle ore 14:30, mentre alle 18 sarà la volta della delegazione pentastellata. Nonostante il mandato esplorativo, tuttavia, continua a non essere del tutto esclusa l’ipotesi che nelle prossime ore Salvini possa decidere di abbandonare Forza Italia per formare un governo con il movimento di Luigi Di Maio.