In Italia tre milioni e centomila cittadini hanno una disabilità, pari al 5,2% dell’intera popolazione nazionale. È quanto emerge dal rapporto Istat “Conoscere il mondo della disabilità”, presentato dal Cip (Comitato Italiano Paraolimpico) e dall’Inail (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) durante la Giornata internazionale delle persone con disabilità al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Quasi un milione e mezzo gli ultra settantacinquenni sono in condizione di disabilità, dei quali 990 mila sono donne, a cui si accompagna un altro dato che vede oltre seicentomila persone con limitazioni gravi vivere in una situazione di grande isolamento, di cui 204.000 completamente sole.
Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paraolimpico, chiede alle istituzioni «di favorire sempre più i percorsi di inclusione e integrazione, alle persone disabili invece di continuare a guardare il bicchiere mezzo pieno. Si può fare di più, stiamo crescendo dal punto di vista dei diritti ma per un Paese più equo e solidale non dobbiamo mollare».
A tale proposito sono intervenuti per tanto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ricorda come dal primo gennaio 2020 verrà istituito un ufficio permanente per le persone con disabilità a palazzo Chigi quale «strumento per coordinare meglio il lavoro delle diverse amministrazioni», e il ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora che ribadisce: «attraverso lo sport riusciamo a far capire che una cosa vista come un difetto, come un'amputazione o una disabilità, diventa una cosa di cui noi andiamo fieri: non penso che ci siano parole migliori di quelle della nostra campionessa azzurra Beatrice Vio per celebrare oggi la giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità. Nel tempo infatti, le imprese dei nostri atleti hanno profondamente cambiato l'idea di disabilità. Dando a molti forza e coraggio per vincere la propria battaglia quotidiana».
Il Santo Padre, Papa Francesco, ha affermato come in questi anni «si sono messi in atto e portati avanti processi inclusivi, ma non è ancora sufficiente, perché i pregiudizi producono, oltre alle barriere fisiche, anche limiti all'accesso all'educazione per tutti, all'occupazione e alla partecipazione. Incoraggio tutti coloro che lavorano con le persone con disabilità a proseguire in questo importante servizio e impegno, che determina il grado di civiltà di una nazione».