Politica

Il termovalorizzatore divide M5S e PD: Schlein costretta a dire no a Conte

Il termovalorizzatore di Roma è al centro di una nuova sfida politica tra M5s e Pd. Il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ha presentato un ordine del giorno alla Camera del decreto Pnrr, chiedendo al governo di fare marcia indietro sul progetto voluto dal sindaco del Pd Roberto Gualtieri. Questa mossa è stata interpretata come il primo goal segnato nella partita contro la segretaria del Pd Elly Schlein, che non si è mai espressa sull’argomento. Nonostante il no del Pd sia obbligato per mantenere l’unità del partito, il risentimento contro Conte è forte. Questa situazione mette in difficoltà la segretaria Schlein, che deve mantenere la pluralità del partito e l’ambizione di tornare al governo.

Conte, infatti, vuole contendere a Schlein lo spazio a sinistra per tentare la risalita e superare i dem alle elezioni europee del 2024. La dead line è lontana, ma la competizione tra M5s e Pd è dura. La priorità per Schlein è mantenere l’unità del partito e tenere conto della pluralità, soprattutto ora che il Terzo Polo è imploso e che qualche voto potrà essere recuperato anche da quella parte.

La posizione atlantista del Pd, impressa da Enrico Letta e che trova il suo riferimento nel presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non cambierà. Schlein ha fatto un giro delle ambasciate, tra cui quelle degli Stati Uniti, della Germania e dell’Ucraina, per ribadire che la linea del suo partito sul sostegno anche militare alla resistenza ucraina non cambia e non cambierà. In questo modo, prende le distanze dal possibile futuro alleato Conte, sempre più anti-armi e sempre più critico nei confronti della Nato.

In conclusione, la situazione politica attuale ruota attorno al termovalorizzatore di Roma, che è diventato un pretesto per la lotta tra M5s e Pd. Conte segna un goal, ma la segretaria Schlein non cambierà linea sulla politica estera. La competizione tra i due partiti continuerà almeno fino alle elezioni europee del 2024, e il futuro politico dell’Italia rimane incerto.

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