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Il messaggio di fine anno di Mattarella

Scritto da vocealta

Il 3 febbraio 2022 scadrà il mandato di Sergio Mattarella, dodicesimo Presidente della Repubblica che ha iniziato il suo settimo e ultimo discorso di fine anno dal palazzo del Quirinale con queste parole: «Care concittadine, cari concittadini, ho sempre vissuto questo tradizionale appuntamento di fine anno con molto coinvolgimento e anche con un po’ di emozione. Oggi questi sentimenti sono accresciuti dal fatto che, tra pochi giorni, come dispone la Costituzione, si concluderà il mio ruolo di Presidente».

Nel suo messaggio di circa quindici minuti il Capo dello Stato ha affrontato diversi temi: dalla pandemia, all’importanza dei vaccini, alla speranza per il futuro, al ruolo dei giovani e della Costituzione. Ha inoltre aggiunto il suo bisogno di «esprimere il mio grazie a ciascuno di voi per aver mostrato, a più riprese, il volto autentico dell’Italia: quello laborioso, creativo, solidale».

Riguardo la pandemia che ha sconvolto le vite degli italiani e del mondo Mattarella ha ricordato «come patrimonio inestimabile di umanità, l’abnegazione dei medici, dei sanitari, dei volontari, di chi si è impegnato per contrastare il virus, di chi ha continuato a svolgere i suoi compiti nonostante il pericolo. E i meriti di chi, fidandosi della scienza e delle istituzioni, ha adottato le precauzioni raccomandate e ha scelto di vaccinarsi: la quasi totalità degli italiani, che voglio, ancora una volta, ringraziare per la maturità e per il senso di responsabilità dimostrati».
Il Presidente della Repubblica ha riconosciuto anche “il senso di frustrazione” di fronte all’aumento dei contagi, ma, ha detto “non dobbiamo scoraggiarci”. E questo perché «i vaccini sono stati, e sono, uno strumento prezioso».
«La ricerca e la scienza – aggiunge – ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità. Sprecarla è anche un’offesa a chi non l’ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla».

Dopo il lungo passaggio sugli eventi degli ultimi due anni, Mattarella è passato al cuore del suo discorso: quello in cui lascia la sua testimonianza ed eredità di ciò che per lui è stato incarnare la funzione di capo dello Stato. Egli, infatti, deve «spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico esclusivamente dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e di ciascuno. E poi salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore».

Successivamente, pensando al futuro della società, ha rivolto il suo pensiero ai giovani che ha incontrato in questi anni. «Non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società». Ha poi ricordato la lettera del professor Pietro Carmina, vittima del drammatico crollo di Ravanusa, facendo sue “con rispetto” le parole di esortazione del docente.

In conclusione ha dedicato «un augurio affettuoso e un ringraziamento sincero a Papa Francesco per la forza del suo magistero, e per l’amore che esprime all’Italia e all’Europa, sottolineando come questo Continente possa svolgere un’importante funzione di pace, di equilibrio, di difesa dei diritti umani nel mondo che cambia».

Conclude il suo messaggio esortando gli italiani a guardare avanti, ad accogliere il nuovo anno che è un momento di speranza.
«Se guardo al cammino che abbiamo fatto insieme in questi sette anni nutro fiducia. L’Italia crescerà. Buon anno a tutti voi! E alla nostra Italia!».

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