Il presidente francese Emmanuel Macron ha un obiettivo chiaro: posizionare Mario Draghi in un ruolo di rilievo a Bruxelles nella prossima legislatura.
La prima dichiarazione pubblica in questo senso arriva da Pascal Canfin, eurodeputato del partito liberale Renaissance: “La Francia e tutti i membri dell’ecosistema presidenziale vorrebbero che Draghi svolgesse un ruolo”, anche sei i movimenti di Macron a supporto del tecnocrate italiano non sono una novità.
Draghi, che ha guidato l’Italia attraverso la pandemia e la Bce nella sua ora più buia, è considerato un alleato cruciale per la Francia, soprattutto nella battaglia per ottenere investimenti pubblici sufficienti a competere con Cina e Stati Uniti. Il banchiere con la sua visione economica non permetterebbe alle rigide regole fiscali di ostacolare la spesa necessaria per rimodellare l’economia europea.
Il lavoro di Macron tuttavia non sarà scontato, dovrà negoziare con il Partito Popolare Europeo e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, oltre a convincere Giorgia Meloni. Le configurazioni politiche risultano complesse: i socialisti vogliono un loro nome per sostituire l’attuale presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, Ursula von der Leyen è in corsa per un secondo mandato. E Draghi non può essere il candidato di Renew, gruppo a cui non spetta l’indicazione dei nomi per i due ruoli apicali.
A livello strategico sicuramente Parigi eviterà di accettare un secondo mandato per von der Leyen come un fatto compiuto, utilizzerà questa incertezza come leva diplomatica per negoziare i portafogli principali nella Commissione europea.
Le chances che l’uomo del “Whatever it takes” guidi l’Europa nei prossimi cinque anni non sono poche. Rimane da vedere in che ruolo e le modalità con cui sarà negoziata la sua nomina.
