L’undicesimo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici mostra che i malati di tumore spendono di propria tasca 5 miliardi di euro ogni anno. Il testo, presentato in Senato dalla Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) in occasione della Giornata nazionale del malato oncologico, dimostra le alte spese che i circa 3.300.000 pazienti malati di cancro in Italia devono affrontare tra visite mediche (più di un miliardo), trasporti e soggiorni nei luoghi di cura (1,5 miliardi), farmaci (più di 800 milioni) e interventi di chirurgia ricostruttiva (425 milioni).
Per questi pazienti, di cui 700.000 in trattamento, Favo rivela una spesa da parte del Servizio sanitario nazionale pari al 14% della spesa sanitaria complessiva, ovvero uno stanziamento di circa 16 miliardi all’anno. Ma ciò non basta.
Secondo l’indagine portata avanti dalla federazione, il 57,5% dei malati ha speso per visite ed accertamenti diagnostici in media 406 euro l'anno, mentre il 39,3% (pari a circa 1milione e 300mila malati) ha speso per trasporti in media 797,5 euro in un anno, il 15,7% ha speso per spese alberghiere e vitto in media 1.180 euro ed infine quasi il 5 per cento ha speso per la chirurgia ricostruttiva in media 2.603,5 euro a prestazione. Le medie sono state calcolate dalle interviste ad un campione di 1200 malati e considerando una media di 2/3 visite all’anno.
Il presidente della Favo, Francesco De Lorenzo, ha affermato che «la rappresentazione del costo reale del cancro si arricchisce così di nuovi elementi rilevanti e di fondamentale utilità per la programmazione delle politiche sanitarie e per l'allocazione corretta delle risorse da parte dei decisori politici».
Il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), il neoeletto Giordano Beretta, ha aggiunto che «il nostro sistema sanitario consente a tutti i cittadini di accedere ai trattamenti necessari per la diagnosi e la cura dei tumori. Malgrado ciò, dall'indagine effettuata emerge che esistono ad esempio problematiche legate alla necessità, in alcuni casi, di effettuare accertamenti al di fuori del Ssn e ciò a causa delle lunghe liste d'attesa».
Come evidenzia il Rapporto, «nonostante l'innegabile impegno del sistema pubblico il malato di cancro è chiamato spesso a mettere mano al portafoglio per sopperire ad una serie di esigenze sia di tipo medico che assistenziale, evidentemente non del tutto compensate dall'assistenza pubblica».