Il presidente del Consiglio Enrico Letta procede per arrivare alla definizione di ‘Impegno 2014’, il patto di coalizione da chiudere prima della fine di gennaio, e dopo aver visto ieri Scelta civica si prepara a incontrare gli altri partiti della maggioranza.
Tuttavia il governo resta al centro di varie tensioni, dopo le polemiche legate al tema della restituzione degli aumenti per gli insegnanti, ieri annunciata e oggi annullata, mentre restano sempre da definire le questioni relative alle tasse sulla casa, anche se oggi Palazzo Chigi cerca di fare chiarezza sull’aliquota TASI. «In materia di TASI-Imu -spiega una nota- il governo ha deciso di presentare un emendamento al decreto Enti Locali così definito: ai Comuni sarà concessa per il 2014, esclusivamente allo scopo di deliberare a favore delle famiglie e dei ceti più deboli ulteriori detrazioni rispetto a quelle già previste dalla legge di stabilità, la possibilità di decidere un incremento delle aliquote al di sopra dei massimi attualmente consentiti.
Tale incremento, che non comporterà alcun aumento della pressione fiscale, sarà compreso tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille complessivo e i Comuni saranno liberi di decidere come ripartirlo tra le diverse basi imponibili». «Gli italiani non pagheranno più tasse con l’arrivo della TASI», assicura il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. «Si è fatto un passo avanti importante -aggiunge- nel chiarire, ancora di più di prima, la natura federale di questo tipo di imposizione. Gran parte problemi lamentati in questi ultimi mesi, sono dovuti al fatto che si è intervenuti dal centro, su forme di tassazione gestite a livello periferico». Tesi riprese poi da Saccomanni: «c’è stato probabilmente, a livello tecnico, un problema di comunicazione che ha dato luogo a un eccessiva drammatizzazione. C’è una normativa complessa, del personale scolastico, che dev’essere affrontata, per chiarire cosa succederà in futuro».
Ma la giornata riserva al governo altri grattacapi. In commissione Affari costituzionali del Senato viene dichiarata la non costituzionalità del decreto legge che contiene le norme sui debiti di Roma e nel quale andranno inserite le disposizioni sulla Tasi. Poi l’Aula rimette a posto le cose respingendo il parere della commissione. E intanto Matteo Renzi annuncia l’arrivo del Job act, tema sul quale dovrà pronunciarsi la Direzione del Pd convocata per il 16 gennaio. Un tema che non si annuncia una passeggiata né per il partito né per maggioranza e governo.