Dopo lo scossone dato da Matteo Renzi con le sue dichiarazioni a Che tempo che fa, l’iter per la formazione del nuovo governo ha subito una rapida frenata, confermata dalla richiesta di tornare alle urne proveniente da Luigi Di Maio. La parola è dunque passata al Quirinale, impegnato però ieri nelle celebrazioni del primo maggio. «Distinguere il bene comune dai molteplici interessi di parte» è il messaggio lanciato dal Presidente della Repubblica nella giornata di ieri, una missiva in bottiglia per le forze politiche che pensano solo alle proprie prerogative.
Mattarella prosegue il suo discorso ponendo l’accento sui divari sociali, definiti «un prezzo insostenibile» per il nostro Paese. «La crescita del lavoro deve essere centrale per ogni strategia di governo», ha apostrofato il Capo dello Stato, ricordando i punti nell’agenda dell’esecutivo in ambito internazionale e nella situazione dell’Italia. Problematiche che sottolineano l’esigenza di un nuovo governo con pieni poteri.
Tuttavia sembra ancora molto lontano il giorno in cui un nuovo Presidente del Consiglio giurerà nelle mani di Mattarella. Dal Movimento 5 stelle la chiamata alle urne suona come un abbandono totale alle trattative e alle speranze di avere un nuovo esecutivo in questa legislatura. Giorgetti, della Lega, spinge ancora per una trattativa con il movimento, mentre il segretario Matteo Salvini in una conferenza stampa con il governatore ligure Toti afferma che il centrodestra cercherà di «mettere insieme un governo». Il leader dei padani ha poi esortato le Commissioni parlamentari ad avviare i loro lavori, riproponendo l’idea di un esecutivo appoggiato dai pentastellati. Via Twitter è già arrivato il no di Luigi Di Maio, che accusa ancora Salvini di non voler abbandonare Berlusconi per interessi egoistici, chiedendo le urne subito.
Il Presidente della Camera Roberto Fico, come sintomo della impasse che caratterizza questi giorni, ha evitato di commentare le proposte messe in atto nelle ultime ore dalle varie forze politiche, ribadendo la fiducia nel Presidente della Repubblica. Sul Capo dello Stato, però, incombono le richieste di Forza Italia e Fratelli d’Italia di avviare un governo di minoranza, mentre i leghisti urlano alla rivolta nei confronti di un accordo fra i dem e i 5 stelle, che invece vorrebbero le elezioni già a giugno.
Sergio Mattarella, dal canto suo, attende novità nell’ambiente politico italiano. Per domani è in programma infatti la direzione del Pd che dovrà decidere definitivamente sull’asse con il M5s, anche se sembra ormai impossibile che i dem si esprimeranno positivamente. Ma il Quirinale temporeggia e mostra di non escludere né favorire nessuna ipotesi.
Sicuramente una ipotesi che Mattarella preferisce non vagliare è quella di un incarico che non sia già supportato da numeri certi in Parlamento. Alla luce di ciò, l’unica proposta davvero realistica prospetta un governo “del Presidente” che possa garantire una transizione verso la prossima legislatura o verso una risoluzione diversa del rebus governo. Questa mossa però richiederebbe un nome difficile da trovare, e dei voti nelle camere che sembrano non esserci.
Del resto ci sono delle scadenze da rispettare. Gli appuntamenti internazionali non sono pochi, e un mancato varo della legge finanziaria nei prossimi mesi potrebbe portare a un temutissimo innalzamento automatico dell’Iva. Quello del tempo è un altro rebus che sta a Mattarella risolvere. La durata di questo eventuale governo è assai dubbia, ma questa perdurante instabilità esporrebbe l’Italia a non pochi problemi.
Già nei prossimi mesi però la situazione politica potrebbe cambiare. Nel Pd è in atto una lotta fra i renziani e i “governisti”, che potrebbe portare a un mutamento nella leadership e nel panorama interno. Nel centrodestra la forza di Salvini cresce sempre di più ai danni di Forza Italia e di Berlusconi.
Questo impasse dunque potrebbe risolversi con una nuova soluzione che possa dare il tempo alla politica di risolvere i suoi problemi e fare un governo poi, oppure con l’ipotesi del voto a ottobre o a inizio 2019. Ci si aspetta dunque nei prossimi giorni la decisione di Mattarella, anche alla luce di ciò che accadrà nel centrodestra e nella direzione Pd.