«Ora siamo qui e abbiamo realizzato un’altra impresa. E abbiamo dimostrato davvero Di essere postideologici: abbiamo accettato Di lavorare con forze politiche Di destra o Di sinistra. Facendo un nuovo Governo Conte, con una forza politica diversa. Qualcuno dice che l’abbiamo fatto per le poltrone. Io dico che l’abbiamo fatto perché altrimenti l’Italia avrebbe avuto un governo che per prima cosa avrebbe cancellato la legge anticorruzione e rimesso la prescrizione e, magari, fatto eleggere Berlusconi presidente della Repubblica. Qualcun altro dice: “non vi fidate del Pd”, “attenti”, “non fatevi fregare”. Io dico a tutti: la fiducia si dimostra! E in questo caso alla prova dei voti in Parlamento. E la prima prova di questo Governo è il taglio dei parlamentari. Va fatto nelle prime due settimane di ottobre. Perché qualsiasi cosa accada, alla fine voglio poter dire a tutti che siamo riusciti in una riforma che gli italiani aspettavano da decenni. E poi la vera prova del nove per noi e per questo Governo sarà la legge Di bilancio Di dicembre. Il minimo sindacale è evitare l’aumento dell’iva. Si rischiava che ogni famiglia pagasse circa 540 euro in più l’anno prossimo. E poi c’è tanto da fare nella stessa legge: dobbiamo dare ai lavoratori un salario minimo e abbassare le tasse. Altrimenti che cavolo ci stiamo a fare al Governo?». Così Luigi Di Maio su Facebook.
«Insieme, abbiamo gestito la nascita del governo con il Pd, ascoltando tutti. Non è una novità che io fossi quello più scettico. Ma questa ipotesi di governo ha ricevuto il record di sempre di voti sulla piattaforma Rosseau, ha anche il pieno sostegno di Beppe Grillo che – come ricorderete – ci ha riunito ad Agosto per condividere questo percorso insieme a tante persone che sono pilastri del Movimento e che hanno dato il loro sostegno in diverse occasioni, e ha ricevuto l'ok del 99% del gruppo parlamentare. E' stato difficile cambiare coalizione DI governo in una estate, lo ammetto. E' stata durissima non vedere riconfermati alcuni dei nostri Ministri, è stato difficilissimo creare un programma in pochi giorni, per me non è stato semplice per nulla ed è per questo che alzavo la voce sui 20 punti del Programma. Punti che parlavano di ambiente, di giustizia sociale, di economia sostenibile».
Chi nel Pd sta seguendo da vicino il dossier riforme reagisce così alle parole Di Luigi Di Maio: «Intanto la lealtà del Pd non si misura sul taglio dei parlamentari. Abbiamo dato la nostra parola e si farà, non si discute. Ma l'accordo di governo prevede che il taglio sia accompagnato da un'intesa complessiva su legge elettorale e modifiche costituzionali. Ci stiamo lavorando, e bene, con il sottosegretario Fraccaro. E se serve un po' di tempo per definire l'intesa, si abbia pazienza…». Chi sta al tavolo con i 5 Stelle in questi giorni, riferisce di «un dialogo costruttivo» e di una «volontà positiva» da parte dei pentastellati di trovare un accordo complessivo sul capitolo riforme. Sia sugli 'aggiustamenti' costituzionali da fare a seguito del taglio dei parlamentari sia sulla legge elettorale per gli effetti distorsivi sulla rappresentanza dovuti alla riforma: nelle regioni più piccole si eleggerebbero uno o due senatori al massimo, tagliando completamente fuori le forze minori dal Parlamento.
Del resto, fanno notare fonti parlamentari dem, il 'pacchetto complessivo' sulle riforme è uno dei punti qualificanti dell'accordo di governo tra Pd e 5 Stelle. E come tale, si sottolinea, va rispettato. Quindi se occorrerà «un po' di tempo in più per chiudere, non sarà una tragedia spostare un po' più in là il voto sul taglio dei parlamentari. O i 5 Stelle temono che la legislatura stia scadendo?». Il modello di legge elettorale su cui si sta ragionando «parte da due punti fermi: rappresentatività e stabilità». Quindi un sistema che garantisca l'accesso alle forze minori che verrebbero drasticamente ridimensionate dal combinato disposto taglio dei parlamentari-Rosatellum. Insomma, un proporzionale. Ma tenendo fermo il principio della stabilità con correttivi che evitino un'eccessiva frammentazione, come la soglia di sbarramento. Intanto lunedì ci sarà la Direzione del Pd e la segreteria, riunioni dalle quale potrebbe arrivare una indicazione da parte del dem sul tema legge elettorale. Finora il segretario Nicola Zingaretti non ha mai indicato un modello preciso. Poi mercoledì 25 ci sarà la capigruppo della Camera per il calendario dei prossimi tre mesi. E quella sarà la sede in cui si dovrà fissare l'approdo in aula del taglio dei parlamentari.