Ad Auschwitz morirono circa 70.000 persone, uccise nella camera a gas ricavata nell’obitorio del crematorio numero 1, dalle impossibili condizioni di lavoro, dalle numerose esecuzioni, percosse e torture inflitte dagli agenti delle SS. A Birkenau il bilancio fu spaventoso: persero la vita oltre un milione e centomila civili, in stragrande maggioranza ebrei, russi, polacchi e rom. Auschwitz era un ”Konzentrationslager” (campo di concentramento), Birkenau un ”Vernichtungslager” (campo di sterminio), il più esteso.
Due luoghi del terrore, che l’immaginario collettivo trascrive nei piu’ bui capitoli della storia dell’umanità, liberati il 27 gennaio 1945 dalle truppe sovietiche durante la loro rapida avanzata invernale dalla Vistola all’Oder. Quegli attimi di speranza, in cui vennero trovati circa 7.000 prigionieri ancora in vita, il mondo ancora oggi, dopo 69 anni, li ricorda come il ‘Giorno della Memoria’. Perche’ fu la scoperta dei campi di Auschwitz e Birkenau, comprese le testimonianze dei sopravvissuti, a rivelare compiutamente per la prima volta l’orrore dell’Olocausto, e quindi la segregazione e il genocidio degli ebrei d’Europa durante il Terzo Reich. Ufficialmente, la ricorrenza del 27 gennaio nel ricordo della Shoah (”distruzione” in ebraico) e’ celebrata da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a partire dal 2005, in seguito alla risoluzione Onu del primo novembre 2005. In Italia, sono gli articoli 1 e 2 della legge n. 211 del 20 luglio 2000 che definiscono le finalità e le celebrazioni del ”Giorno della Memoria”, anche se più in generale nell’Ue i rischi di una crescita dell’antisemitismo continuano a restare alti.
L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dal commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks: «Sono trascorsi appena 70 anni dall’Olocausto, eppure in Europa assistiamo alla crescita dell’antisemitismo. Gli Stati devono rafforzare la loro legislazione e introdurre misure durature per combattere questo fenomeno». Proprio in questi giorni, a Roma, tre scatole contenenti altrettante teste di maiale sono state infatti recapitate alla sinagoga della capitale, all’ambasciata israeliana e al museo di piazza Sant’Egidio, dov’è in corso una mostra sulla cultura ebraica, provocando forte allarme.
«I diritti umani sono le basi fondamentali della nostra democrazia che non può ignorare i rischi cui possono essere esposti gli innocenti». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento al Quirinale per il Giorno della Memoria.
Il Presidente Napolitano ha poi definito quanto accaduto nei giorni scorsi quando anche davanti alla Sinagoga di Roma, dove sono state lasciate teste di maiali, «Una miserabile provocazione contro tutti noi». «Gli autori – ha continuato Napolitano – che spero possano essere rapidamente individuati – ha scandito il capo dello Stato – di un insulto assimilabile solo alla stessa ripugnante materia usata in quei pacchi, non hanno nulla a che vedere con la Roma e i romani che per sentimento umano e civile, consapevolezza democratica, educazione e cultura, sono fraternamente accanto agli uomini e donne di origine e religione ebraica, stringendosi ad essi in un abbraccio di solidarietà e in un impegno di lotta rigorosa contro ogni forma di antisemitismo».