Il rialzo dei prezzi fa frenare i consumi, la spesa delle famiglie, in assenza di inversioni di tendenza, dovrebbe diminuire nel secondo semestre di 3,7 miliardi rispetto all’inizio dell’anno. Inoltre a fine anno la crescita complessiva della spesa delle famiglie dovrebbe essere il +0,8% contro il +4,6% dello scorso anno. A frenare i consumi anche l’aumento dei tassi portato avanti dalla Bce.
I motivi di queste scelte di consumo sono due. In primis il periodo di alta inflazione ha ridotto il potere d’acquisto degli italiani. Inoltre è in atto un erosione anche dei risparmi, che in un primo momento venivano utilizzati per mantenere i livelli di consumo precedenti e adesso dopo due anni si stanno esaurendo.
A frenare i consumi è anche l’aumento dei tassi di interesse della Bce, che è arrivato al decimo rialzo consecutivo. Una decisione presa per contrastare l’inflazione, ma che sta penalizzando i consumi delle famiglie, sopratutto quelle con un mutuo a tasso variabile.
Per riportare la crescita in linea con gli obiettivi, occorrerebbe aumentare i consumi di 4 miliardi nel secondo semestre, consentendo al Pil di crescere da 0,6 a 0,9 punti. Tale manovra potrebbe essere messa in atto detassando per 4,3 miliardi le tredicesime, cosa che aumenterebbe il gettito di 1,3 miliardi e ridurrebbe il costo del provvedimento per il bilancio pubblico a 3 miliardi.
