Il presidente dell’Autorità ha evidenziato che «per una famiglia-tipo la bolletta dell’energia elettrica è oggi determinata per circa la metà dall’andamento dei mercati, per un terzo da imposte e oneri generali di sistema e per il rimanente 15% dalle tariffe dei servizi regolati, quali il trasporto e la misura. In quattro anni, lo spazio lasciato al gioco del mercato si è contratto di ben 10 punti percentuali, ed è stato occupato dalle componenti di natura fiscale o parafiscale. Questo segna un preoccupante ritorno verso assetti più amministrati».
Il presidente Guido Bortoni ha sottolineato inoltre come servano strumenti finanziari, anche innovativi come gli hydrobond, per consentire di non dover reperire i fondi necessari a rilanciare gli investimenti nel settore idrico esclusivamente dalle bollette dei consumatori o dalla fiscalità generale «che soffre ormai da tempo di ristrettezze». L’obiettivo di far ripartire gli investimenti è conseguibile con regole certe, con il superamento quindi dell’incertezza che ha caratterizzato il settore negli ultimi vent’anni, che non significa annullamento di specificità che caratterizzano le diverse realtà del servizio idrico, e con l’individuazione di strumenti finanziari, anche innovativi, che consentano di non dover reperire i fondi necessari esclusivamente nelle tariffe dei consumatori».
Nell’attuale congiuntura economica, rileva ancora il presidente dell’Authority, «non si può neppure demandare tutto il reperimento dei fondi per colmare il gap infrastrutturale e ambientale del Paese alla fiscalità generale, che soffre ormai da tempo di ristrettezze. Sono quindi da considerare strumenti di finanziamento ulteriori, come i fondi rotativi, o gli
hydrobond e i project bond, che -spiega Bortoni- possono avere anche un forte connotato etico; essi rappresentano soluzioni per perseguire l’obiettivo di rendere disponibili capitali da investire nel settore, quale volano anche per
il rilancio della nostra economia in crisi».
«Se analizziamo i prezzi pagati oggi dai clienti nel mercato retail italiano, rileviamo una preoccupante tendenza al rialzo. I clienti domestici pagano oggi il kilowattora circa il 10% in più rispetto al 2009 per effetto dell’incremento fiscale e parafiscale».
Lo ha affermato il presidente dell’Aeeg, Guido Bortoni, nella Relazione annuale. «Agli incrementi dei prezzi per i consumatori italiani – ha spiegato – hanno contribuito in maniera prevalente le componenti tariffarie di natura fiscale o parafiscale (oneri di sistema). Il peso sul prezzo al consumo delle componenti che potremmo chiamare ‘di mercato’ – determinate cioè dall’andamento dei mercati all’ingrosso e del dispacciamento – sta cedendo in misura rilevante».