Carlo Calenda, ex ministro allo Sviluppo Economico durante il governo Gentiloni ed ex viceministro durante i governi Letta e Renzi, ha deciso di presentarsi con un proprio partito. Membro dal 2013 al 2015 di Scelta Civica, era successivamente entrato nel Partito Democratico dal 2018 come rappresentate di un’ala liberale e moderata. Critico nei confronti di Matteo Renzi (che considera tuttavia personalmente come il miglior presidente del consiglio dei tempi recenti), aveva abbandonato il PD come protesta verso l’alleanza con il Movimento 5 Stelle, decidendo infine di fondare il 21 novembre il partito Azione.
Questa risulta essere in realtà il terzo tentativo di rilancio di un movimento di Calenda, dopo il Fronte Repubblicano (che nulla ha a che vedere con il Partito Repubblicano né con ALA Alleanza Liberalpopolare Autonomie) e Siamo Europei (come corrente del Partito Democratico e presente nel simbolo stesso del partito in occasione delle Elezioni Europee), tuttavia, essendo questo effettivamente un partito e non una corrente o un movimento sociale d’opinione, è al contempo il primo tentativo vero e proprio.
Secondo il suo leader, il partito, di ispirazione moderata, europeista e liberale, punterà ad un consenso del 10%. Tuttavia, secondo gli attuali sondaggi, il suo movimento parte con un risultato del 2%. La sondaggista Alessandra Ghisleri ha commentato l’area di azione del movimento come tentativo di «intercettare lo spazio politico alternativo al centrodestra ma deve far attenzione a non incrementare la frammentazione dentro il centrosinistra». Ghisleri infatti sostiene che «Siamo europei fin da quando si è presentato alle elezioni sotto il logo del Pd, nei nostri sondaggi ha avuto sempre intorno al 2%. Ovviamente tutto dipende anche dal tipo di elezioni alle quali si presenterà».
Se quindi il centrodestra è attualmente a trazione sovranista (con la Lega di Matteo Salvini come principale protagonista e Fratelli d’Italia che non riesce ad affermarsi come socio paritario) la fetta del voto moderato, sostanzialmente persa da Silvio Berlusconi, nonostante i tentativi di rilancio di Forza Italia e Altra Italia, risulta essere il “terreno di caccia” ideale sia di Italia Viva che di Azione. Curiosamente, mentre Italia Viva ha scelto come colore il viola, Azione mantiene il colore blu, simbolo dell’Unione Europea ma al contempo affine al centrodestra in Italia. Ci si chiede inoltre quanto questo nuovo partito influirà rispetto all’area elettorale del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, e quanto prenderà dal microcosmo già presente in quest’area.
Sono infatti numerose le diciture in area moderata e centrista. Solo per citarne alcune attualmente rappresentate al Parlamento nazionale (anche con un solo deputato o senatore) troviamo Centro Democratico di Bruno Tabacci (in parte unito ai radicali di +Europa), Centristi per l’Europa di Pier Ferdinando Casini, staccatosi dall’oramai disciolto Civica Popolare (a seguito dell’addio della stessa leader Beatrice Lorenzin), Alternativa Popolare (precedentemente rappresentato), Moderati e Democrazia Solidale di Paolo Ciani e con un rappresentante anche presso l’Europarlamento.