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Dl Genova, fra stasera e venerdì al Quirinale

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Cresce l’attesa per il decreto del governo sulla tragedia di Genova. Il capoluogo ligure, infatti, attende da settimane il testo concernente non solo la nomina del commissario straordinario, ma anche il programma per la ricostruzione e le agevolazioni per aiutare le vittime del crollo. A gestire la situazione sono infatti – almeno temporaneamente – il presidente della Regione Giovanni Toti e il sindaco genovese Marco Bucci. Il ministro che si sta occupando del caso è invece il titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti, il pentastellato Danilo Toninelli. Proprio l’esponente a cinque stelle è tornato più volte sul tema, spesso suscitando anche l’ilarità degli oppositori che evidenziano come il decreto sia stato solo annunciato, mentre in realtà la sua emanazione viene ritardata di giorno in giorno.

Secondo Toninelli – inoltre – il decreto è già pronto e attende solo la firma del presidente della Repubblica, oltre alle vidimazioni richieste per legge alla Ragioneria dello Stato. A confermare questa versione è il vicepremier Luigi Di Maio che – ospite questa mattina della trasmissione Circo Massimo, in onda su Radio Capital – garantisce: «In giornata il decreto va al Quirinale, deve andare al Quirinale, è stato scritto tanti giorni fa ed è pronto». Negli scorsi giorni, tuttavia, circolavano voci secondo le quali a frenare il decreto sarebbe stato il Tesoro, dopo aver manifestato perplessità sulle coperture, giudicate insufficienti. Il ministro del Lavoro mette a tacere anche queste dicerie, smentendo questa versione e affermando che «entro stanotte la ragioneria dovrebbe bollinarlo». 

 

Il cosiddetto decreto Genova – stando alle parole di Di Maio – prevede norme per una rapida ricostruzione del ponte «senza dare la possibilità ad Autostrade di mettere una pietra». Il deputato di Acerra spiega anche come – in base alla relazione finale degli ispettori del Mit – la società che gestisce il tratto «doveva fare molte cose che non ha fatto». «Quella relazione – dice il ministro – ci apre una prateria per revocare la concessione: in quella relazione c’è scritto che Autostrade aveva la responsabilità ed è stata la responsabile della distruzione del ponte». 

 

Ma attorno ai ritardi del decreto si accendono le polemiche. Il governatore ligure Toti chiede al ministro Toninelli di sbloccare il miliardo di euro previsto per il Terzo Valico, perché «se non accadesse sarebbe devastante sia per il sistema ligure sia per le aspettative dell’opinione pubblica». Il presidente si augura ancora che «non sia modificato l’impianto concordato con il governo, con tutti gli aiuti e i sostegni previsti per il porto, il gettito Iva, gli aiuti alle imprese e agli sfollati, la viabilità, e il nome del commissario…».  Toti annuncia anche che «dal 4 ottobre riapre a pieno regime la ferrovia verso Nord, quella che passa sotto il ponte Morandi». Sul commissario, il governatore chiede che «il Governo deleghi poteri straordinari anche in termini di indirizzo politico perché a lui viene demandata la scelta di dove, come e chi ricostruisce il ponte – prosegue Toti – acquista dei poteri quasi biblici, credo che debba avere capacità quasi sovrumane, un misto tra superman e un profeta».

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