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Datagate/ Lo scandalo si amplia, l’ambasciatore Usa da Rajoy

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Scritto da vocealta

DatagateDopo l’ira del presidente francese Francois Hollande e della cancelliera tedesca Angela Merkel, scende in campo il premier spagnolo Mariano Rajoy, anche se con maggiore prudenza. Da Bruxelles dove ha partecipato al Consiglo europeo, Rajoy annuncia di aver dato istruzioni al ministro degli esteri José Manuel Garcia-Margallo di convocare l’ambasciatore statunitense in Spagna, James Costos, ”per chiarimenti” relativi alle indiscrezioni pubblicate oggi da El Pais, secondo cui gli 007 americani hanno spiato esponenti del governo di Madrid.

E’ un grande fratello, quello a stelle e strisce, che sembra non guardare in faccia nessuno, non risparmiando nemmeno gli amici più fedeli come Israele, come conferma l’ex capo del potente Mossad, l’intelligence israeliana. Rajoy, per ora, non ha confermato se seguirà l’iniziativa di Germania e Francia di chiedere colloqui a Washington per definire un quadro che delimiti l’ambito di azione dei servizi segreti. «Le decisioni in questa materia non fanno capo all’ Unione Europea, ma sono competenza esclusiva degli Stati membri», ha ricordato il leader del PP nella conferenza stampa dopo il Vertice Ue.

«La prima cosa che farò è convocare l’ambasciatore degli Stati Uniti per ottenere informazioni e dopo prenderemo le decisioni opportune», ha aggiunto il premier. Madrid, dunque, non prenderà iniziative «senza avere la totale e assoluta certezza delle ragioni che motivano» lo spionaggio. Tuttavia Rajoy ha tenuto a rimarcare che l’ordinamento giuridico spagnolo «regola chiaramente il diritto alla privacy delle comunicazioni di tutti i cittadini». E ha sottolineato che «le attività di spionaggio non sono proprie di una relazione fra soci e alleati. E Spagna e Stati Uniti sono paesi alleati e amici che desiderano mantenere le relazioni più strette possibili», ha aggiunto. Per il momento al governo «non consta» nemmeno l’apertura di un’inchiesta sullo spionaggio di massa da parte del CNI, l’intelligence spagnola, come ha sostenuto il ministro degli esteri, José Manuel Garcia Margallo, nel confermare di aver convocato l’ambasciatore statunitense per lunedì, alle 10,30 nel suo ufficio in plaza Santacroce. L’esecutivo teme che le intercettazioni abbiano riguardato non solo l’ex premier Zapatero, ma anche l’attuale telefono cellulare di Rajoy, come nel caso di Angela Merkel. Da parte sua, il CNI da tempo ha dato per scontate ‘escuchas’ di massa di comunicazioni private, ma aveva finora escluso quelle finalizzate a obiettivi selettivi, ai politici spagnoli.

Una pratica che, se confermata, sarebbe «inaccettabile e inammissibile», secondo Garcia Margallo. Il ministro ha ricordato di aver preso contatti con Washington già dall’8 luglio, quando sono state diffuse le prime filtrazioni da Snowden sullo spionaggio massiccio degli Usa in Europa. «Obama si impegnò a luglio a dare tutti i dati in possesso della NSA». E non l’ha ancora fatto. Sono zone d’ombra non concepibili, «un fatto gravissimo» anche per il leader del Psoe all’opposizione, Alfredo Perez Rubalcaba; mentre, con ironia caustica, il suo compagno di partito, Javier Solana, ex alto rappresentante della Ue per la politica estera e la sicurezza, twitta: «Lo scandalo sarebbe stato che non ci avessero spiati».

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