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Cronache ungheresi 5/ Viktor Orban duro contro l’antisemitismo. Che notizia è?

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Scritto da vocealta

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Quando si inventa una realtà che non esiste, si finisce anche col considerare notizia qualcosa che notizia non è. Mentre scriviamo le agenzie di informazione mettono in rete il seguente accadimento: «Il governo ungherese respinge ogni manifestazione che violi la dignità umana e si caratterizzi come antisemita, razzista, xenofobica. L’ha affermato il primo ministro magiaro Viktor Orban dando il suo sostegno in Parlamento a una norma proposta dall’opposizione socialista dopo che un parlamentare dell’estrema destra, appartenente al gruppo Jobbik, nell’aula legislativa ha nei giorni scorsi richiamato la “accusa del sangue” nei confronti degli Ebrei. «L’esecutivo – ha detto Orban – garantisce che tutte le minoranze possono vivere in sicurezza in questo paese; noi le proteggeremo e, tra queste, proteggeremo la minoranza ebraica che vive qui», ha detto Orban rispondendo alla richiesta del parlamentare socialista Pal Steiner che ha presentato una norma in base alla quale verrà costituito un comitato etico col compito di punire le affermazioni razziste, antisemite, xenofobiche e islamofobiche espresse da parlamentari. La norma è stata approvata con 300 voti favorevoli, due astensioni e 45 voti contrari. La polemica era nata da un discorso di un parlamentare Jobbik, Zsolt Barath, che la scorsa settimana aveva rievocato l’uccisione nel 1882 nel villaggio di Tiszaeszlar della quattordicenne Eszter Solyomosi, ricordando che per la sua uccisione furono accusati degli ebrei e che «sotto pressione dall’estero» gli accusati furono prosciolti. Il caso di Tiszaeszlar s’inquadrava in quel corpus di leggende denominate collettivamente «accusa del sangue», secondo la quale gli Ebrei avrebbero utilizzato il sangue per motivi rituali. Si tratta di leggende che nei secoli hanno provocato molte discriminazioni e stragi nel Vecchio Continente. L’ambasciatore di Israele in Ungheria Ilan Mor, la scorsa settimana, aveva chiesto che tutte le forze democratiche e la società civile prendessero le distanze e condannassero dichiarazioni come quelle di Barath. Cosa che è effettivamente avvenuta, con l’esclusione di Jobbik. Questa formazione politica, che nelle elezioni di due anni fa per la prima volta è riuscita a entrare in Parlamento con un impressionante successo che l’ha portata a essere terzo partito del paese, molto vicino ai socialisti che sono il secondo, ha spesso avuto negli ultimi anni posizioni assai preoccupanti. Dalle sue fila è nata la “Magyar Garda”, una formazione che indossava macabre divise richiamanti il movimento nazista delle Croci frecciate. Nelle ultime elezioni, la campagna condotta dal movimento s’è caratterizzata da una violenta retorica contro la minoranza rom.

Grazie alla durissima campagna condotta contro Orban dai vertici di Bruxelles sotto la pressione della sinistra internazionale, Jobbik sta guadagnando ulteriore consenso tra gli ungheresi.

Ma l’ignoranza e il vizio ideologico di buona parte dei giornalisti ha impedito che in questi anni si raccontasse la verità sulla situazione politica ungherese. Orban e il suo partito sono stati rappresentati come pupulisti, para fascisti, quando il loro partito è semplicemente un partito di centro destra che aderisce al partito popolare europeo e che è sorto all’indomani della caduta della dittatura comunista. Orban è un sincero democratico e molte delle sue decisioni, anche in fatto di minoranze, lo dimostrano. La nuova legge elettorale magiara garantisce il “diritto di tribuna” per quelle forze che non riescano ad accedere al riparto dei seggi in Parlamento. Senza contare che la prima europarlamentare della storia è donna e magiara, risponde al nome di Lívia Járóka e appartiene proprio a Fidesz, il partito di Viktor Orban.

Dunque in cosa consisterebbe la notizia di un Orban attento ai diritti delle minoranze e contrario all’antisemitismo? Che brutta cosa lo strabismo ideologico…

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