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Cronache ungheresi 4/ Anche un finto plagio va bene pur di tirare in ballo l’Ungheria

pal_schmitt
Scritto da vocealta

pal_schmittLa pressione dell’Unione europea su Budapest non accenna a diminuire. Non bastano ai solerti funzionari di Bruxelles le rassicurazioni del governo, le correzioni legislative votate dal Parlamento, la disponibilità a modificare quanto ancora meriti aggiustamenti, l’efficienza del sistema ungherese di check and balance.

E così mentre l’esecutivo Orban combatte una solitaria battaglia per l’autonomia politica, pressoché abbandonato dai vertici del Ppe, anche la tesi scritta vent’anni fa dall’attuale capo dello Stato va bene per screditare l’Ungheria.

Il presidente ungherese Pal Schmitt, investito in pieno dalle accuse di plagio per la sua tesi di dottorato, non intende tuttavia rassegnare le dimissioni. È quanto ha dichiarato due giorni fa in un intervento alla televisione pubblica.

«Ho scritto la mia tesi secondo le mie migliori conoscenze, è stato un lavoro onesto», ha dichiarato Schmitt all’emittente. «In tutta sincerità, non vedo alcun rapporto fra la vicenda del plagio e le dimissioni», ha aggiunto. «Ammetto che mi hanno privato di questo diploma, ma ho fatto un buon lavoro, secondo le regole di 20 anni fa», ha concluso. Schmitt aveva cancellato tutti i suoi impegni, alimentando le indiscrezioni che lo vorrebbero dimissionario dopo che gli è stato tolto il dottorato dall’Università Sommelweis e dopo che una commissione di inchiesta ha accertato che la gran parte della dissertazione è composta di citazioni ma ha comunque ritenuto di assolvere il presidente della Repubblica ungherese dall’accusa di plagio. Schmitt, un ex olimpionico di scherma, avrebbe conseguito il dottorato, nel 1992, copiando un’opera di un ricercatore bulgaro, Nicolai Gheorghiev, deceduto nel 2005. A rivelarlo, due mesi fa, è stato il giornale online hvg.hu, secondo il quale delle 215 pagine della tesi di Schmitt, circa 180 sono la traduzione parola per parola del lavoro redatto in francese di Gheorghiev. Si è inoltre scoperto che altre 17 pagine sono state copiate da uno studio del ricercatore tedesco Klaus Heinemann. Ieri l’Università dello Sport Semmelweis ha prosciolto il presidente della repubblica ungherese dall’accusa di plagio della sua tesi di dottorato, ma ha anche ammesso che lo studio riporta una quantità insolitamente alta di traduzioni e una carenza di riferimenti bibliografici. E questo ha portato l’opposizione a ribadire la sua richiesta di dimissioni del Capo dello Stato. Anche in Ungheria, come in Italia, chiedere è lecito. Rispondere, cortesia.

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