«Le prove documentali e testimoniali emerse durante il processo hanno rivelato la superficialità e l’inesattezza delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Ogni correlazione tra movimenti bancari di società del gruppo Anemone e la dazione della differenza per il pagamento dell’appartamento non solo non ha prova che la suffraghi, ma si configura come una vera e propria illazione. Non vi è alcun riscontro provato che supporti il reato di finanziamento illecito. La perizia relativa ai flussi bancari ha rivelato come non vi sia traccia rispetto ad orari e modalità di versamento degli assegni. La perizia relativa al valore dell’immobile ha confermato la congruità del valore dell’immobile di via del Fagutale rispetto alla cifra pagata dall’onorevole Scajola. Per quanto riguarda i lavori di ristrutturazione, essi venivano pagati regolarmente da Scajola, come è emerso in fase dibattimentale, così come da Scajola è stato ad esempio pagato il notaio. Chiediamo l’assoluzione perché il fatto non sussiste».
Sono alcuni dei passaggi svolti in aula dell’avvocato Elisabetta Busuito, legale di Claudio Scajola.