Realizzare percorsi di rinascita per i ragazzi dell’Istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria di Milano, sensibilizzando la comunità sul tema del disagio giovanile, in un’ottica di abbattimento dei pregiudizi, contrasto all’isolamento e alla stigmatizzazione dei ragazzi entrati nel circuito penale. Sono questi gli obiettivi del progetto ‘Palla al Centro’ della Fondazione Francesca Rava illustrati alla ministra della Giustizia Marta Cartabia durante la sua visita di oggi al Beccaria.
L’iniziativa rientra in un accordo di collaborazione con il Tribunale per i minorenni di Milano e con il Centro per la Giustizia Minorile per la Lombardia. Nell’ambito del progetto sono stati inoltre riqualificate dalla Fondazione la palestra, restituita dopo tanto tempo ai ragazzi dell’Istituto Beccaria, e quattro aule nell’ex palazzina femminile. All’evento di questa mattina al Beccaria, oltre alla ministra, ai ragazzi dell’istituto e alla presidente della Fondazione Mariavittoria Rava, c’erano anche la vicepresidente lombarda Letizia Moratti, il direttore dell’Istituto Fabrizio Rinaldi, il prefetto di Milano Renato Saccone e gli assessori milanesi al Welfare Lamberte Bertole’ e allo Sport Martina Riva.
L’idea è quella di costruire “un ponte” tra dentro e fuori, in sinergia con aziende, istituzioni e università, per favorire l’inclusione futura sociale e lavorativa dei ragazzi. Cartabia ha visitato l’aula di informatica allestita nell’area detentiva grazie al sostegno di Microsoft Italia, dove si svolgono durante l’anno corsi di informatica e le quattro aule riqualificate nell’ex palazzina femminile del Beccaria, dove si tiene un corso di grafica e web design. «Lo scopo – ha affermato Cartabia – è portare speranza e luminosità, dentro una condizione difficile per tutti. Questo è il volto della giustizia per cui tutti lavoriamo quotidianamente».
«Vogliamo creare percorsi di rinascita per i giovani entrati nel circuito penale”, ha commentato Rava. Con il progetto ‘Palla al Centro’ «puntiamo alla formazione e al trasferimento di skills pratiche e teoriche – ha concluso – che possano arricchire il curriculum dei ragazzi nel tempo sospeso della pena o durante la detenzione». I giovani detenuti dell’Istituto hanno regalato alla ministra un dipinto da loro realizzato che ritrae una candela accesa.