Giustizia Quotidiana

Carabiniere ucciso: la vera vittima è lui, ma la foto del ragazzo bendato è da irresponsabili

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«L'Italia è uno Stato di diritto. È la culla della civiltà giuridica dai tempi dell'antico diritto romano. Abbiamo princìpi e valori consolidati: evitiamo di cavalcare l'onda delle reazioni emotive tenuto anche conto che la nostra legislazione, in caso di omicidio volontario, contempla già l'ergastolo e non consente più sconti di pena». Lo spiega il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un lungo posto su Facebook dopo che ieri ha visitato la camera ardente del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, «un servitore dello Stato che amava l'Arma dei Carabinieri, un uomo generoso che dedicava le pause di lavoro a iniziative di solidarietà».

Conte sottolinea di aver avuto «un lungo incontro con i vertici dell'Arma dei Carabinieri e delle Forze Armate anche al fine di valutare misure di prevenzione sempre più efficaci in modo da evitare che delitti così efferati abbiano a ripetersi. In questi momenti chi ha compiti di responsabilità fa bene a interrogarsi, in modo serio e responsabile, su quali siano le modalità più idonee a intensificare il contrasto al traffico e allo spaccio di stupefacenti da cui nasce questo delitto». Quanto alla foto che ritrae uno dei due ragazzi americani bendato e ammanettato «invito a non confondere le cose. Non c'è nessun dubbio che la vittima di questa tragedia sia il nostro carabiniere, il nostro Mario. Invito tutti a considerare, tuttavia, che bene ha fatto l'Arma a individuare il responsabile di questo improprio trattamento e a disporre il suo immediato trasferimento. Chiariamolo bene: ferme restando le verifiche di competenza della magistratura, riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati. Parimenti censurabile è il comportamento di chi ha diffuso la foto via social in spregio delle più elementari regole sulla tutela della privacy».

«E' un momento molto complicato ha sconvolto tutto il Governo e gli italiani. E' il momento di stare uniti e dare più mezzi alle forze ordine e non strumentalizzare nulla». Queste le parole del ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Danilo Toninelli, a Radio Crc, parlando del carabiniere ucciso la scorsa settimana a Roma. Commentando poi la foto di uno dei due fermati, bendato in caserma, il ministro ha aggiunto che «il fatto è che è stato barbaramente ucciso un uomo delle forze dell'ordine. Ovviamente preoccupa il bendaggio perché può rischiare di inquinare tutte le indagini. Non compariamo i due fatti, che sono completamente diversi».

Le immagini di Gabriel Christian Natale Hjorth, il ragazzo americano fermato per l'omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuto a Roma lo scorso 26 luglio, bendato e con le mani legate in caserma, «non sono belle», ma «non si butti in caciara. Abbiamo un nostro servitore dello Stato ammazzato con 11 coltellate». Così il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, rispondendo a una domanda dei giornalisti a Napoli a margine di un convegno sul regionalismo differenziato, organizzato dall'università Federico II. Il capo politico del Movimento 5 Stelle, che oggi sarà a Somma Vesuviana ai funerali del militare ucciso, ha ricordato «un nostro conterraneo della Campania, di un comune vicino al mio» e ha aggiunto: «Ho visto molte polemiche sulla foto del ragazzo bendato, dico che quella foto non è bella e che, sicuramente, ha fatto bene l'Arma a sospendere il carabiniere e a spostare i carabinieri che avevano compiuto questo atto, ma non voglio che la si butti in caciara». «Abbiamo – ha proseguito Di Maio – un nostro servitore dello Stato ammazzato con 11 coltellate. Parlare, ogni giorno, quasi più del ragazzo bendato che del nostro carabiniere ucciso, è buttarla in caciara. I carabinieri – ha concluso il vice presidente del Consiglio – sono stati puniti. Noi stessi abbiamo detto che non è una bella foto, adesso si vada avanti e spero, veramente, in una pena massima che possa essere l'ergastolo per questa gente».

«Che il carabiniere ucciso sia la vittima principale è fuori discussione. Tra la gravità dell'omicidio e la foto del criminale bendato passa la stessa differenza tra l'Everest e il cavalcavia, ma sono entrambi fatti scorretti. La tutela della persona privata della libertà personale è un principio costituzionale, ma anche di civiltà e buonsenso, perché con questa foto si sono aperte delle fenditure». Così il magistrato Giancarlo Caselli è intervenuto ai microfoni della trasmissione 'L'Italia s'è desta' su Radio Cusano Campus, emittente dell'Università Niccolò Cusano. «L'Arma ha fatto un'indagine esemplare – sottolinea Caselli – Poi però c'è la brutta storia della fotografia, che è qualcosa di idiota e irresponsabile, sia farla, sia esibirla come un trofeo di caccia. Il detenuto è sacro per definizione, deve essere tutelato, protetto da qualunque violenza e trattamento degradante, soprattutto se è sotto le mani di un'autorità pubblica che gli ha tolto la libertà. Questa tutela della persona privata della libertà personale è un principio costituzionale, ma anche di civiltà e buonsenso, perché con questa foto si sono aperte delle fenditure. Può essere un boomerang contro l'inchiesta, contro il nostro sistema giudiziario, contro l'Arma dei Carabinieri che adesso si vede offesa da questa fotografia. Addirittura un'offesa al carabiniere morto».

 «Bisogna però anche sottolineare che il procuratore generale Giovanni Salvi, che non è uno che parla a vanvera – osserva Caselli – dice che tutto è regolare e i suoi diritti sono stati garantiti. E poi c'è la reazione dell'Arma che ha detto che il fatto è inaudito, è stata aperta un'inchiesta e il carabiniere in questione è stato trasferito. Questo trasferimento significa fare di un centravanti un magazziniere. C'è anche un altro punto: gli americani ci stanno dando lezioni. Ma ognuno deve guardare in casa propria. Non posso non ricordare che non sempre hanno condotto i processi per terrorismo in maniera inappuntabile. Chi critica pensi anche a se stesso qualche volta. Infine, le polemiche politiche di cui sembra che il nostro Paese non possa fare a meno. Che il carabiniere ucciso sia la vittima principale è fuori discussione».

Intanto al dipartimento di Stato Usa si è scelto di procedere con «cautela» nella vicenda dell'uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, per la quale sono sospettati i due giovani americani Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth. A quanto apprende l'Adnkronos, Washington per ora ha scelto la «linea del silenzio», che potrà essere eventualmente interrotto per esprimere cordoglio per la morte del giovane carabiniere. Un intervento di peso sulla vicenda, in questo momento, «non è ritenuto strategico». Non sono previste dichiarazioni ufficiali nemmeno sulla polemica innescata dalla foto che ritrae Christian Natale Hjorth bendato, nella caserma di via in Selci. A quanto si apprende, l'immagine dello 'scandalo' avrebbe avuto più impatto sui media Usa che sui vertici del dipartimento di Stato. Per il momento, a Washington, si preferisce «aspettare di capire» come evolverà la vicenda, anche dal punto di vista processuale. Secondo le fonti interpellate, appare poco praticabile anche la strada dell'estradizione, evocata da alcuni media. La parola d'ordine, in questo momento, è una sola: «cautela».

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