Il presidente del Consiglio, Mario Draghi apre il suo intervento alla presentazione del Manifesto di Confindustria Energia e sindacati su una transizione sostenibile. «La lotta al cambiamento climatico, insieme al contrasto alla pandemia, è la sfida più importante dei nostri tempi. Ha un’importanza esistenziale per tutti noi come individui e per l’Italia», spiega Draghi.
E prosegue: «Dobbiamo essere aperti a tutto, immaginare che quel che è oggi impossibile diventi possibile domani. Non ci sono confini alle nostre capacità di affrontare questa sfida». Draghi evidenzia come il passaggio necessiterà di «trasformazioni radicali, nelle tecnologie, nei processi produttivi, nelle abitudini di consumo. Per avere successo dovrà essere sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico».
Inoltre, presidente del Consiglio assicura che lo Stato sarà in grado di gestire e accompagnare il Paese verso questi cambiamenti, «avrà un ruolo centrale». In particolare, Draghi ha sottolineato l’impegno dello Stato verso i cittadini più deboli, ma allo stesso tempo è necessario, «assicurarsi che i tempi della transizione siano rapidi, ma compatibili con la capacità di conversione delle aziende».
«La transizione ecologica non presenta solo pericoli, ma anche opportunità, e l’Italia deve attrezzarsi per coglierle», spiega Draghi. L’obiettivo è quello di puntare ai segmenti più innovativi del mercato, a crearne di nuovi e rispondere quindi ai bisogni che emergeranno da imprese e consumatori. «Lo Stato deve fare in modo che i rischi della transizione si trasformino in occasioni di crescita», prosegue il presidente del Consiglio. Per questo è importante promuovere un sistema di relazioni industriali basato sulla crescita equa e sostenibile. Fondamentale il confronto con il mondo dell’istruzione della formazione, oltre che con i lavoratori, tutto costruito sulla cooperazione costante tra industria, istituzioni e sindacati.
«Nel settore dell’energia, molte delle tecnologie più promettenti hanno costi fissi elevati, e richiedono investimenti sostanziosi in ricerca e sviluppo o in infrastrutture – ha osservato Draghi – Il settore pubblico deve contribuire a queste spese, che non possono essere coperte solo dalle aziende. Dobbiamo investire in formazione, per garantire maggiore mobilità ai lavoratori. E sostenere i giovani che entrano sul mercato del lavoro, perché sviluppino le competenze giuste».
Su tutti questi aspetti a intervenire sarà il PNRR, questo piano «assegna quasi il 40% dei fondi a riforme e investimenti per favorire la transizione ecologica – continua il presidente del Consiglio – Vincola gli stanziamenti al raggiungimento di precisi risultati con scadenze definite per i prossimi 5 anni. Nel frattempo, per limitare i rincari nel breve periodo e per aiutare in particolare le famiglie più vulnerabili e più povere, abbiamo stanziato 1,2 miliardi di euro a giugno e oltre 3 miliardi a settembre. Siamo pronti a intervenire di nuovo e di nuovo con particolare attenzione alle fasce più deboli».
Draghi prosegue parlando di energia rinnovabile, dall’agro-voltaico al biometano e ancora alla filiera dell’idrogeno per cui sono si stanziano più di tre miliardi, oltre agli investimenti europei, tutti settori in cui è necessario ampliare le capacità produttive dell’Italia. Tra gli altri obiettivi: il miglioramento dei legami tra università e impresa, l’attenzione per le start-up innovative, la promozione delle partnership tra enti di ricerca e aziende, il potenziamento del sistema degli Istituti Tecnici Superiori e il rafforzamento delle competenze nelle materie tecnico-scientifiche dei giovani.