Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video-elogio del rientro in Italia di Cesare Battisti. Le polemiche non si sono risparmiate.
“Il racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo”. Con questo titolo il ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha pubblicato un video in cui ripercorreva la giornata del rientro in Italia di Cesare Battisti. Un video che, tra primi piani e musica dal ritmo lento, registra anche un’esternazione di Bonafede in attesa dell’atterraggio del terrorista italiano: «Battisti varcherà le soglie del carcere. A quel punto sconterà finalmente la pena dell’ergastolo per tutti i reati che ha commesso».
Le reazioni non si sono fatte attendere: sui social il video (che ha superato le 600mila visualizzazioni) è stato accolto da un fiume di polemiche. Di seguito alcuni esempi. “E' un video agghiacciante, che azzera millenni di civiltà giuridica” (Giacomo D.G.); “Un video vergognoso degno della peggior dittatura sudamericana” (Umberto M.); “Questo video, per i contenuti, il montaggio e la colonna sonora, umilia le istituzioni e lo Stato. Provo immensa vergogna” (Arianna U.). E si potrebbe andare avanti, con centinaia di utenti indignati per l’idea di giustizia che il Ministro di Via Arenula mostra.
Bonafede, per contro, cerca di difendersi: «Non ho pubblicato uno spot ma un video per onorare il lavoro della Polizia penitenziaria. In tutta questa vicenda ho sempre avuto un approccio inequivocabile. Mi sembra che si continui a far polemica sul nulla». Bonafede, dunque, rispedisce al mittente le polemiche.
Ma a indignarsi è anche l’Unione delle Camere Penali, che titola: “La politica in favore di telecamera, oltre ogni limite di decenza”. L’articolo, a firma della Giunta, prosegue affermando che “è semplicemente inconcepibile che due Ministri del Governo di un Paese civile abbiano ritenuto di poter fare dell’arrivo in aeroporto di un detenuto, pur latitante da 37 anni e finalmente assicurato alla giustizia del suo Paese, una occasione, cinica e sguaiata, di autopromozione propagandistica. Una pagina umiliante e buia di malgoverno, che rappresenta nel modo più plastico e drammatico un’idea arcaica di giustizia ed un concetto primitivo della dignità umana, estranei alla cultura del nostro Paese”.
In effetti l’articolo 42 bis comma 4 dell’Ordinamento penitenziario impone l’adozione di “opportune cautele per proteggere” gli arrestati “dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità”. Ci si chiede poi se il ministro Bonafede, con la diffusione di questo video, abbia violato anche l’articolo 13 della Costituzione, nella parte in cui afferma che “è punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà”, potendosi questa qualificare come violenza morale.