Il software del ministero della Giustizia, “App”, usato per il processo penale telematico, nei giorni scorsi non ha funzionato, motivo per cui a Milano si è tornati per cinque giorni al processo di archiviazione cartaceo. Tale decisione è stata presa dal procuratore capo Marcello Viola e comunicata in una circolare inviata venerdì a tutti i dipendenti dell’ufficio. La sospensione è iniziata il 22 Marzo e terminerà il 29 del mese, prevista dunque la redazione e il deposito con modalità analogiche.
Dal 1° gennaio scorso il software è diventato obbligatorio per questo tipo di atti, i più frequenti nel lavoro dei pm. Purtroppo nonostante in fase di sperimentazione fossero state evidenziate delle carenze tecniche queste non sarebbero state risolte. Il risultato è stato il rallentamento delle procedure di archiviazione dei fascicoli che si potevano smaltire in pochi secondi. Il problema riguarda sopratutto i procedimenti iscritti nei confronti di ignoti, prima questi fascicoli si potevano definire con un modulo standard, con “App” servono almeno una decina di passaggi.
Per questo visto che non è possibile procedere in modo celere alla redazione delle richieste di archiviazione di un numero rilevante di procedimenti pendenti si è optato per la carta.