Plaisir de vivre

A Team – Missione (in)compiuta

Non è mai facile portare sul grande schermo una vecchia serie tv di grande successo. Non è per nulla semplice esaltare e sintetizzare in due ore le caratteristiche e i punti di forza di un prodotto  arcinoto, che vanta milioni da fan sparsi in tutto il pianeta.
Come non tradire le loro aspettative? E, se vogliamo, la loro proverbiale diffidenza? Mettere le mani su qualcosa che una buona parte del pubblico considera “sacra” impone prudenza ed equilibrio. Perché  la voglia matta di rivedere al Cinema gli eroi della propria adolescenza fa spesso a pugni con il vivido ricordo del glorioso passato. Bisogna fare i conti con l’inevitabile paragone: meglio il film o il telefilm? Cosa li accomuna e cosa li allontana?  
Prevale, nella maggior parte dei casi, la nostalgia canaglia. Pure con quei quattro scapestrati e scalmanati ragazzacci di A Team. Anche se il film, diretto da Joe Carnahan e interpretato da Liam Neeson, Bradley Cooper, Sharlto Copley, Quinton ‘Rampage’ Jackson e dall’affascinante Jessica Biel, in fondo non delude lo spettatore. E’ veloce, sufficientemente divertente, mai troppo scontato, gustoso nella sua improbabile trama e nei suoi spettacolari effetti speciali. I personaggi non si allontano molto dagli originali, così come non manca l’amore per i piani ben riusciti, lo spirito goliardico che ha animato la celebre serie e quell’eroismo politicamente corretto che ha accompagnato i pomeriggi di tanti teenager.
Qui, forse per allargare il bacino d’utenza, si è premuto un po’ troppo l’acceleratore sull’azione e sulla violenza e puntato su intrighi internazionali che rischiano di trasformare una spensierata avventura in una spy story di second’ordine. Persi per strada, per esigenze di copione, anche l’alto senso di giustizia, l’altruismo e la ruspante periferia americana, sostituiti per l’occasione dalla più cinematografica e commerciale vendetta e la più chic Europa.
Scelte forse inevitabili e quindi comprensibili: se è impossibile competere con il mito, meglio reinventarlo con un taglio nuovo.
Tutto è ammesso. Ma la buona pellicola è comunque macchiata da un errore imperdonabile. Che avrà fatto storcere il naso ai fanatici di A Team: l’assenza dalle scene (tranne per una breve apparizione all’inizio) dell’indimenticabile furgone GMC Vandura, ossia il quinto protagonista della mitica banda di reduci del Vietnam capeggiata dal colonnello John “Hannibal” Smith. Che autogol sopprimere proprio uno di quei simboli che ha contribuito a trasformare il  telefilm in leggenda.

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