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7su7/La rassegna d’autore SPIN (13 ottobre 2017)

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Prima pagina

 

 

Legge elettorale, passa il sì

 

Unesco, via Usa e Israele: “Distorce la storia”

 

L’allarme di Draghi: salari troppo bassi

 

Il sottosegretario Ferri: «Pronto lo sconto a Battisti per riportarlo in Italia»

 

 

Politica

Il voto segreto non ferma la legge elettorale: nonostante gli oltre 50 franchi tiratori, la legge viene approvata alla Camera con 375 sì. Ora si prepara la prova del Senato, dove i numeri sono più instabili. La notizia è in apertura su tutti i quotidiani nazionali.

 

Maria Teresa Meli nel suo retroscena, pubblicato sul Corriere della Sera, svela che Renzi è soddisfatto dalla legge elettorale. Nei piani del Pd, dovrebbe penalizzare il M5S grazie ai collegi uninominali. Il timore dei vertici del Nazareno è che il voto siciliano possa complicare la situazione: per questo motivo la riforma va votata al Senato il prima possibile.

 

Su Repubblica, nel suo “Punto”, Stefano Folli sottolinea che sono Berlusconi e Salvini a trarre il maggiore vantaggio della legge, essendo gli unici in grado di formare una reale coalizione. Segnala inoltre che il presidente emerito Giorgio Napolitano pronuncerà un discorso molto duro: potrebbe convincere alcuni senatori dubbiosi.

 

Fuori dal Parlamento, la piazza “del no” organizzata dal M5S è un flop: non ci sono mai state più di 200 persone e Grillo, irritato da come i suoi hanno gestito la situazione, ha deciso di non presentarsi. Intanto in Transatlantico le elezioni si sentono più vicine e i deputati cercano le circoscrizioni in cui saranno più “blindati”. Ne Scrive Ajello sul Messaggero.

 

Il voto spacca i deputati vicini a Pisapia: a favore Tabacci e i suoi (“è un passo in avanti verso il centrosinistra”, sostiene il presidente del Centro Democratico), contrari Mdp. Intanto Bersani pensa al presidente del Senato Grasso come possibile leader di un ipotetico “quarto polo” formato da Mdp, Sinistra Italiana e Possibile. Lo riporta Giovanna Casadio su Repubblica.

 

Intervistato da Pandini su Libero, Calderoli spiega come la vera posta in gioco ai referendum di Lombardia e Veneto non siano gli 80 miliardi di residuo fiscale lombardo-veneto, bensì il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario previsto dall’art. 119 della Costituzione.

 

 

Esteri

Gli Stati Uniti lasciano l’Unesco per protesta dopo le risoluzioni che hanno negato il legame di Gerusalemme ed Hebron con il popolo ebraico. Anche Israele si prepara a uscire. Ne scrive, tra gli altri, Mastrolilli su La Stampa.

 

Per Anders Fogh Rasmussen, ex Segretario Generale della Nato, in Nordafrica serve una missione che consolidi le istituzioni locali, addestri le forze di sicurezza e stabilizzi quelle aree. La Nato, per questo motivo, deve tornare in Libia. Per risolvere la crisi nordcoreana, invece, è necessario che l’Ue “faccia pressing diplomatico su Pechino affinché, a sua volta, eserciti pressione su Pyongyang”. Lo riporta l’intervista di Vincenzo Spagnolo pubblicata su Avvenire e rilasciata a Roma a margine di un incontro riservato, che si è tenuto nella sede della società di lobbying Utopia.

 

 

Economia

L’indagine della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle crisi bancarie procederà dagli ultimi episodi che hanno chiesto un intervento pubblico, quindi dalle liquidazioni coatte amministrative di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Le prime audizioni martedì e mercoledì. Lo riporta Il Sole 24 Ore.

 

Il Giornale riporta l’intervento del Presidente della Bce a un convegno a Washington. Draghi afferma che le politiche monetarie di Francoforte e il Quantitative easing sono stati un successo. Sottolinea che sono stati creati 7 milioni di posti di lavoro e assicura che i tassi resteranno bassi oltre la fine del piano di acquisto dei titoli. Sui salari, invece, «ancora non ci siamo».

 

 

Giustizia

«Se mi rimandano in Italia per me sarà la morte». Lo afferma il latitante Cesare Battisti in un’intervista al giornale brasiliano Estadao. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando assicura che sono stati fatti tutti i passi per l’estradizione. Ne scrive Rocco Cotroneo sul Corriere della Sera.

 

Sempre sul caso Battisti, Il Giornale intervista il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri che spiega al quotidiano il piano d’azione del governo: «L’Italia si impegna in modo formale, attraverso il ministero della Giustizia, per far sì che la norma brasiliana sia rispettata. Se Battisti dovesse essere estradato, come auspichiamo, sconterà 30 anni di carcere e non l’ergastolo».

                        

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha scritto una lettera per sollecitare il collega tedesco Heeiko Maas a eseguire la sentenza contro i vertici Thyssen, condannati per l’incidente in cui morirono 7 operai a Torino nel 2007. Lo riporta Ottavia Giustetti su Repubblica.

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