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7su7/La rassegna d’autore SPIN (11 ottobre 2017)

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Prima pagina

 

Puigdemont: Catalogna sarà indipendente, ma spazio ai negoziati

 

Fiducia sulla legge elettorale: patto Pd-FI-Lega, M5S insorge

 

Banca Etruria, chiesti 400 milioni di danni agli ex amministratori

 

Ilva, più vicina la ripresa del dialogo

 

 

 

Politica

Il governo ha deciso di porre la fiducia sulla nuova legge elettorale, ma il patto tra Partito Democratico, Forza Italia e Lega Nord ha fatto insorgere il resto del Parlamento. Ne scrive, tra gli altri, Dino Martirano sul Corriere della Sera. La fiducia mette la legge al riparo dal voto segreto, ma per il M5S è “una scelta eversiva”, per Bersani si rischia una “maxi crisi” e per Pisapia è uno “strappo istituzionale”.

 

La decisione di porre la fiducia sulla legge elettorale ha portato alla ritorsione di Mdp, che si è schierato con l’opposizione al Senato sulla legge europea, mentre si è astenuto sul voto finale. Maggioranza e governo battuti su due emendamenti, ma il provvedimento è stato poi approvato grazie al soccorso di FI e Ala, che hanno abbandonato l’aula. Ne scrive Emilio Pucci sul Messaggero.

 

Il presidente della Regione Valle d’Aosta, Pierluigi Marquis, si è dimesso. Marquis è indagato per calunnia sul ritrovamento di 25 mila euro nel suo ufficio, di cui aveva denunciato il ritrovamento. L’ipotesi degli inquirenti è che i soldi fossero di Marquis e che l’ex presidente avesse organizzato tutto per lasciar intendere che fossero appartenuti al suo predecessore, Rollandin, a cui era succeduto il 10 marzo scorso. L’articolo è a cura di Boschi (il Giornale).

 

 

Esteri    

Il presidente del governo catalano, Carles Puigdemont, ha dichiarato l’indipendenza della Catalagona, ma ha chiesto al Parlamento di sospenderla per favorire il dialogo. La dichiarazione ambigua non ha soddisfatto i più duri della coalizione indipendentista. Oggi consiglio dei ministri spagnolo straordinario: il governo studia la risposta, possibile il ricorso all’art. 155. Lo riportano, sulle pagine di Repubblica, Omero Ciai e Alessandro Oppes.

 

È sfida tra Italia e Francia per la successione alla presidenza dell’Eurogruppo. Lo riporta Bresolin su La Stampa. A gennaio scadrà il mandato di Dijsselbloem e il Pse vuole mantenere la presidenza, unica di rilievo tra le istituzioni Ue rimasta nelle loro mani. Possibile, in quest’ottica, la candidatura di Padoan per il ruolo, ma sono due i principali ostacoli: il peso dei socialisti sempre più ridotto nel Consiglio europeo e la nazionalità, dal momento che l’Italia ricopre già diversi ruoli di rilevanza nell’Ue. Il principale sfidante di Padoan è il francese Bruno Le Maire, che, nonostante abbia aderito a En Marche!, continua ad avere il sostegno del Ppe.

 

 

Giustizia

L’ingegner Francesco Bellavista Caltagirone è stato assolto con formula piena. Ne scrive Stefano Zurlo su il Giornale. L’imprenditore era accusato di truffa ai danni dello stato per i lavori di costruzione del porto turistico di Imperia. Nonostante fosse innocente, Bellavista Caltagirone è rimasto in carcere sei mesi e ne ha trascorsi altri tre agli arresti domiciliari. L’accusa era già caduta in primo grado, nel 2014, davanti al tribunale di Torino, ora arriva l’assoluzione in corte d’appello. La procura non ricorrerà in Cassazione.

 

La commissione Affari Costituzionali del Senato approva il disegno di legge che dà più tutele a coloro che denunciano i casi di sospetta corruzione, il cosiddetto whistleblowing. Ne scrive il Messaggero.

 

 

Economia

Secondo le previsioni dell’Fmi, per la prima volta dalla crisi scoppiata nel 2007 l’economia mondiale tornerà a crescere in modo sincronizzato. Ne scrive Alessandro Merli sul Sole 24 ore. Al rialzo in particolare la crescita in Europa, con l’eccezione del Regno Unito, che paga le conseguenze della Brexit. Riviste al ribasso le stime anche per gli Stati Uniti, dove prevale l’incertezza sulla politica economica.

 

 

Ilva

Il governo è pronto ad aprire il tavolo sull’Ilva, ma aspetta Mittal, che già oggi potrebbe presentare le nuove proposte. Anche i sindacati disponibili alla trattativa: in un comunicato hanno ribadito che non permetteranno “ulteriori rinvii in termini di garanzie ambientali, occupazionali e di diritti per il futuro”. Ne scrive, tra gli altri, Amato su Repubblica.

 

In un articolato intervento pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, Corrado Clini (già ministro dell’ambiente) spiega che, se non fosse stato fatto saltare, il suo accordo con i Riva avrebbe salvaguardato i livelli occupazionali e ambientalizzato il sito di Taranto con un investimento interamente a carico del privato. E tutto sarebbe già abbondantemente finito.

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