Politica

Come ti smonto il teorema accusatorio

Ci avevano abituato all’allusione infamante. Alla contumelia spacciata per impianto accusatorio. Alla meschineria delle più irriguardose delle accuse: quell’impasto di mafia e collusione criminosa che avrebbe infettato lo Stato…
… e quel partito di governo, l’allora Forza Italia, fin dalle sue  fondamenta – riconducendole secondo la più cervellotica delle dietrologie a un oscuro disegno criminale.
Ci avevano abituato all’insinuazione furbesca tesa a screditare sotto l’ombra nerissima del sospetto stragista un’ intera classe politica. Fumose teorie di uno stato nello stato, che vedeva gli uomini del governo intricati in chissà quali trame incestuose col malaffare organizzato. Era la petulanza cinica e molesta dell’anti-mafiosismo declinato un tanto al chilo e scagliato con la forza della turlupinatura contro una maggioranza che non aveva altra difesa se non quella dei fatti.
E i fatti anche questa volta si sono imposti sulla maldicenza untuosa e hanno dato ragione al governo e al Pdl. Perché il maxi-arresto portato a termine martedì con più di trecento persone consegnate alla giustizia è uno degli attacchi più virulenti  che siano  mai stati inferti al ventre dell’ndrangheta.
E ha ben dire il ministro Maroni quando sottolinea, non immune da qualche sussulto di meritato orgoglio, che quella che si è conclusa ieri è “ in assoluto una delle più importanti operazioni contro la ‘ndrangheta degli ultimi anni, che oggi viene colpita al cuore del suo sistema criminale sia sotto l’aspetto organizzativo che quello patrimoniale”.
Dunque un successo inoppugnabile che già da solo basterebbe a smontare pezzo dopo pezzo il teorema accusatorio che alcune menti tediate si divertono a tratteggiare nel più assoluto vuoto probatorio. Da solo sarebbe sufficiente.
Se non fosse che l’altro dato significativo – e un po’ sconsolante per i fan del complotto – è che il risultato raggiunto ieri è in realtà la punta d’iceberg di tutta una serie (per la verità imponentissima) di misure varate dal governo Berlusconi nel contrasto alle organizzazioni mafiosi. Ancora una volta i numeri e i dati ci vengono in aiuto.
Basta una semplice comparazione dei successi ottenuti sotto l’attuale maggioranza di centro-destra e quelli della stagione politica precedente per notare come gli arresti per reato mafioso siano aumentati di quasi il 50 %, assicurati alla giustizia il 62 % in più di latitanti circolanti a piede libero nel paese, e confiscati beni per un valore di oltre 2.000 milioni che vanno sommati al gettito dei quasi diecimila milioni di beni sequestrati; il tutto per un totale di 352 % di entrate in più rispetto a quanto fatto dai governi precedenti.
Ciliegina sulla torta, la costituzione dell’Agenzia dei beni confiscati per la gestione delle entrate strappate al bottino della Mafia.
Ecco, tutta questa (lunga) sequela di indici dovrebbe fungere da promemoria ai veri mestatori del torbido, ché a ostinarsi ad attribuire piani sovversivi e eversivi al governo che più degli altri si è distinto nella lotta al crimine si incorre – oltre che nella scarsa aderenza col vero – nel rischio di coprirsi di ridicolo (Il Predellino del 14 luglio 2010).

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