Plaisir de vivre

Carnage. Isterismo da camera

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Scritto da vocealta

carnage-roman-polanski-set-cast-completo-1063304_0x410New York. Manhattan, per l’esattezza. Questo lo skyline che si intravede dalla finestra di un appartamento di Brooklyn, dove si consuma intermante l’ultimo lavoro di Roman Polanski. Il regista sceglie ancora una volta il modello del laboratorio, questa volta un salone in perfetto stile middle-class statunitense. In “Carnage”, le cavie sono tre premi Oscar: e un candidato eterno non protagonista, John C. Reilly, nei panni di due coppie di genitori che si incontrano in seguito ad una lite tra i loro figli.

Animati dai migliori propositi, anche se traditi da un filo di tensione che emerge sin dai primi minuti, finiranno per restare intrappolati in “in cul de sac”. La stanza principale della casa dove si svolge la maggior parte della scena è quadrata, non è un caso. Così come non è un caso che spesso i protagonisti finiscano per rifugiarsi o per appartarsi nei diversi angoli della stessa. Un’azione strategica che ricorda la logica di classificazione del quadrato semiotico di Greimas che procede per contrari, contraddittori, subcontrari e complementari. Una categorizzazione da cui lo spettatore non potrà salvarsi: non si riesce ad evitare di interrogarsi su chi ci rappresenta di più e chi meno, c’è un inevitabile e crescente processo di identificazione e schieramento.

È una partita a dama, dove i bianchi e i neri sono rappresentati dalle due coppie solo all’inizio per poi scatenare un gioco di alleanze che finirà in un “tutti contro tutti”. Il regista non lascia solo lo spettatore: il momento in cui gli uomini si alleano contro le donne (così come faranno anche le donne prima di farsi prendere diversi episodi di crisi isteriche), il momento in cui salta ogni schema, ogni picco di tensione è ben marcato: prima il vomito di una delle due donne sui rari libri d’arte dell’altra, poi il sigaro accesso prepotentemente dal proprietario di casa nonostante il parere contrario della moglie e, infine, la distruzione della perfezione rappresentata da uno splendido fascio di tulipani che hanno dominato tutta la scena dal suo centro esatto.

Un ottimo film che non si metabolizza semplicemente ma che appena digerito si avrà voglia di rivedere.

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