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Germania/ Il successo di Benedetto XVI

papa_dai_luterani
Scritto da vocealta

papa_dai_luteraniSulla visita di Benedetto XVI in Germania non potevamo non scrivere nulla. Eppure è difficile scrivere dopo l’eccezionale lavoro coordinato da Riccardo Cascioli sulla Bussola Quotidiano – www.labussolaquotidiana.it – che ha elaborato in proposito un dossier approfondito e completo di ogni informazione. Su quanto sta accadendo dentro alla Chiesa cattolica, sulla commentatissima prolusione del cardinal Bagnasco all’ultimo vertice della Cei e su altre questioni di interesse per il mondo cattolico ripubblichiamo l’intervista concessa proprio da Cascioli a Caravella.eu, rivista online della fondazione Cristoforo Colombo per le libertà.

Buongiorno direttore, che impressione hai della Bussola Quotidiana?

(Risata) Beh, un’impressione molto buona! La Bussola Quotidiana è partita da un gruppo di amici che già collaboravano al Timone perché sentivamo l’esigenza di un giudizio più puntuale, che tenesse presente la fede, e con il quale riuscissimo anche a declinare la dottrina sociale della Chiesa.

Un lavoro non facile.

Già, ma questi dieci mesi di esistenza ci hanno confermato che quella che avvertivamo era un’esigenza diffusa in larga parte del mondo cattolico e che intercetta anche l’interesse di chi cattolico non è ma ama confrontarsi con un’idea chiara.

Effettivamente tutto vi si può rimproverare eccetto la mancanza di chiarezza!

Perché siamo uno strumento del popolo, ce ne accorgiamo quotidianamente dalle lettere che riceviamo, dal fatto che i nostri articoli sono rilanciati dalla Rete – che è fatta da gente di carne e ossa – e dalle discussioni che le nostre riflessioni animano su Facebook. A confrontarci sono anche i numeri, quasi raddoppiati: più di cento mila visitatori unici al mese e ventimila pagina scaricate ogni giorno!

Una risposta anche ad un deficit nel panorama editoriale cattolico su internet?

Internet permette a tanti di diffondere idee. Anche se in Italia esiste una tradizione forte dal punto di vista editoriale, indubbiamente mancava in Rete un luogo dove si ritrovassero – non per impulso esterno ma volontariamente – un certo numero di firme del mondo cattolico. Ciò ci ha permesso di fare “massa critica”, di rappresentare dunque un punto di riferimento. Ora stiamo lavorando a partnership con altri blog o siti che producono materiale di qualità nel segno di una più forte collaborazione e interazione tra persone accomunate dai medesimi obiettivi di fondo. D’altra parte, per chi già ci conosce, è lo spirito della rubrica “Pescati in Rete”.

Parliamo d’altro. Un aggettivo per definire la visita del pontefice in Germania?

Storica!

Perché?

Perché in appena quattro giorni ha lasciato quasi un testamento spirituale, una Summa, una sfida rivolta anche alla Chiesa, fornendo i fondamenti per affrontare i problemi odierni. La sfida di Ratzinger all’uomo moderno – dal discorso di Ratisbona in poi – valorizza la ragione e in questo senso pone, anche a chi non crede, la “convenienza” del Cristianesimo.

Le parole di Ratzinger sono sufficienti a rispondere agli interrogativi che giungono pressanti al Papa da parte di settori del clero austriaco e tedesco?

Non so se siano sufficienti, senz’altro sono adeguate! Il problema non è discutere di celibato, sacerdozio femminile, ovvero novità che sono in realtà trite e ritrite da anni. Come ci ha detto senza giri di parole il pontefice il problema è la fede, se c’è o non c’è.

D’altra parte stupisce vedere come – a fronte di difficoltà del mondo cattolico – vi sia una vera e propria agonia del protestantesimo, anglicano o luterano. Come è possibile secondo te che si chieda al Papa di rispondere alle difficoltà della Chiesa cattolica con ricette che si sono dimostrate fallimentari dove sono state applicate?

Non a caso parlavo di sfida della ragione da parte di Benedetto XVI. Costoro evitano di guardare la realtà e di fare ricorso alla ragione, preferendo un approccio ideologico. Chi crede che la Chiesa debba inseguire la modernità, le mode, il consenso è destinato all’autoestinzione, all’irrilevanza, alla nullità totale.

Tu sei autore di un libro con monsignor Negri dal titolo «Perché la Chiesa ha ragione». Cosa significa dire che la Chiesa ha ragione?

Vivere come se Dio esistesse – dal punto di vista dei non credenti – è più conveniente e più umano. Tutti i capisaldi della concezione cristiana della società si dimostrano più che confermati nella realtà: pensiamo alla libertà religiosa, non si tratta solo della libertà di recarsi chiesa o in sinagoga per accendere un cero, ma della ricerca di Dio e per questo del confronto tra gli uomini. Oppure pensiamo al concetto di famiglia e al fatto che, da quando il fenomeno della disgregazione dell’unità familiare si è esteso assistiamo all’esplosione dei costi sociali. O ancora alla normalità con la quale viene vissuto il doloroso e grave fenomeno dell’aborto e al tempo stesso a come le società occidentali si misurino con l’esplosione della violenza nel quotidiano.

Veniamo alle parole del cardinal Bagnasco, che tante polemiche hanno suscitato. Qual è la tua opinione in proposito?

Indubbiamente si tratta di un affondo da parte del presidente della Cei che ha scelto di ricorrere a termini più duri ed espliciti rispetto al passato. Ma il riferimento non è comunque soltanto a Berlusconi. Ciò che mi preme osservare però è un’altra cosa.

Quale?

Vorrei confrontare le parole di Bagnasco con quelle di Ratzinger. Siamo sicuri che per il capo dei vescovi il problema più importante da affrontare sia di ordine morale sul comportamento del capo del governo? E che egli lo inserisca in una riflessione sul esecutivo, magistrati, evasione fiscale, eccetera? Non può sfuggire, certo, che da 15 cartelle di intervento siano state isolate quattro righe, ma d’altra parte non si può immaginare che Bagnasco non sapesse che sarebbe avvenuto esattamente questo.

Intendiamoci, non è un problema limitato a questo presidente della Cei. Da tempo e anche in altre parti del mondo assistiamo a questo fenomeno: le prolusioni sono ormai accomunabili ai discorsi agli Stati dell’Unione pronunciati dal presidente americano.

Diverso è l’esempio offerto da Benedetto XVI: egli ha parlato al Bundestag pochi giorni fa, affrontando tutti i nodi principali ma lo ha fatto spiazzando tutti, evitando di cedere al «vediamo cosa dice di questo», e puntando ai fondamenti della buona politica. Nello stesso modo si è comportato durante gli incontri con protestanti e musulmani. Quel che noi ci aspetteremmo dal capo dei vescovi, dai vescovi, dal clero in generale, è invece un rilancio sulla fede. Il primo compito – quello a cui siamo stati richiamati anche nei giorni scorsi dal Santo Padre, è appunto agire affinché la fede ritorni a generare cultura e non sia più svincolata dalla vita.

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