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In lotta con Satana. Il corso per esorcisti all’ateneo pontificio Regina Apostolorum

All’ateneo pontificio Regina Apostolorum, il vicario papale Angelo Comastri ha inaugurato il primo corso d’esorcismo aperto anche ai laici, comprese le donne. Ad illustrare come combattere il maligno sono i massimi esperti mondiali di possessioni diaboliche sotto il profilo antropologico, scientifico, spirituale e religioso. Sono 120 i futuri esorcisti iscritti all’università del Papa (sacerdoti, suore ma anche medici, psichiatri, operatori di comunità e catechisti) che per cinque mesi assisteranno alle lezioni, trasmesse in videoconferenza anche a Milano, Bologna, Perugia, Caserta. In apertura del corso la Santa Sede ha lanciato l’allarme occultismo e satanismo: «Per far fronte alle richieste di aiuto servono più esorcisti». Ai corsisti verranno svelati i «segreti del mestiere», come «parlare o comprendere lingue ignote, rivelare cose occulte e lontane, mostrare forze superiori per condizione ed età». Questi, infatti, sono i segni di possessione diabolica individuati dal nuovo rituale per l’esorcismo della Chiesa cattolica. Vengono spiegati, inoltre, gli «inganni del demonio in cui l’esorcista non deve cadere». Succede, spiegano i docenti vaticani di esorcismo, di «non avere nessuna reazione per lungo tempo». Dopo una manifestazione diabolica «i demoni fingono una liberazione, convincono il posseduto che si tratta di una malattia mentale, rivelano l’esistenza di un maleficio e la maniera di toglierlo, permettono di assumere l’eucaristia per fingere una liberazione». Comunque solo un caso su 10 di presunta presenza del demonio è autentica possessione. In crescita, invece, i fenomeni di satanismo, anche legati a sette organizzate di adoratori del maligno, che in Italia sono un cinquantina.
Ecco quanto scriveva sempre su questo argomento il vaticanista del quotidiano La Stampa, Giacomo Galeazzi, il 22 marzo scorso. Il diavolo non è un “simbolo” ma una “persona”, che genera il male nella società e negli individui perché “é l’omicida fin dal principio”. Per questo la Chiesa ha deciso di rilanciare, anche con una certa “dignità di studi”, la figura del prete esorcista e va archiviando la stagione del demonio come “metafora”. Riscuotendo, tra l’altro, “grande interesse e attenzione” da parte dei giovani sacerdoti, spiega don Gabriele Nanni, che sarà uno dei principali relatori al corso “Esorcismo e preghiera di liberazione” promosso dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e giunto alla sesta edizione. Una settimana di studi approfonditi e di carattere multidisciplinare, a partire da lunedì prossimo, che affronteranno il tema di Satana sotto molteplici profili, da quello teologico, a quello psichico, a quello giuridico, a quello canonico. Oggi come ieri, premette don Nanni, con alle spalle una lunga esperienza di esorcista, è necessario combattere il demonio. “La lotta contro il maligno – afferma – va di pari passo con l’evangelizzazione visto che, come dice l’evangelista Giovanni, Gesù è venuto per distruggere l’opera del demonio soprattutto attraverso il suo sacrificio eucaristico volto a introdurre l’uomo nella salvezza. Questo è sempre stato e dovrebbe essere ripreso in modo un po’ più coerente nella Chiesa”. In effetti, nel mondo ecclesiastico, osserva l’esorcista e docente, “c’é una ripresa dell’attività degli esorcisti, anche come cultura”, mentre, aggiunge, “noto maggiore interesse e apertura in tanti sacerdoti giovani: è come se fosse passata una stagione culturale che vedeva il demonio come una metafora”. Don Nanni torna indietro agli anni ’70 quando alcune affermazioni di Paolo VI – peraltro ripubblicate nei giorni scorsi dall’Osservatore Romano in coincidenza con l’uscita sugli schermi del film “Il rito” – ricordarono la presenza e il pericolo del diavolo come ente personale “perverso e pervertitore”. Papa Montini, rileva, ne parlò “proprio in quegli anni in cui ci fu tutta una frangia di teologi che non seguivano attentamente il magistero della Chiesa e che cominciavano a negare l’esistenza del demonio come persona ma lo riducevano a un simbolo. Le sue affermazioni andavano a contrastare questa tendenza di quegli anni che ha tuttora una grande influenza, perché si tratta di teologi molto letti, molto studiati. Insomma – spiega -, ci fu un passaggio culturale che è ben diverso da quello che è invece il magistero della chiesa. Si parlò di autunno del demonio, di Satana come scheletro nell’armadio del bagaglio teologico della Chiesa”. “Invece – prosegue – dagli anni ’80 e ’90 c’é stata una ripresa più libera dell’argomento ma soprattutto più conforme a quello che è l’insegnamento di sempre della Chiesa”. Ma come agisce il demonio? Don Nanni spiega che il diavolo “non è uno ma sono tanti” e ha una “attività ordinaria che é l’incessante tentazione al male” e una “straordinaria” che si verifica quando “il demonio in spirito aderisce alla persona in modo molto più stretto e gli si compenetra proprio attraverso il corpo acquisendo una forza, una potenza, una determinazione molto più efficace rispetto a quella che è la tentazione ordinaria”. E’ qui che interviene il sacerdote esorcista, prete specificamente nominato dal vescovo, che quando, “dopo un serio discernimento, raggiunge la certezza morale che la persona è posseduta” e si presentano quindi fenomeni “che devono avere una certa rilevanza, come alterazioni del corpo e della voce”, allora “può e deve “applicare il rito di liberazione e guarigione, una preghiera, che è quello dell’esorcismo”. I casi di “totale possessione” da parte di Satana sono certamente “più limitati”, spiega ancora don Nanni, ma c’é comunque da stare in guardia perché “si stanno diffondendo moltissimo le pratiche di esoterismo e di satanismo” anche grazie a “Internet e alle nuove tecnologie che facilitano l’accesso a questi riti”. Ed è proprio attraverso queste pratiche che molte persone subiscono “attacchi” del demonio, anche se non fino al punto di essere completamente possedute.

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