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Papa Francesco: La Chiesa non sia ossessionata dal potere

Papa Francesco
Scritto da Super User

Papa Francesco“Mantenere un sano contatto con la realta’, con cio’ che la gente vive, con le sue lacrime e le sue gioie, e’ l’unico modo per poterla aiutare, formare e comunicare. E’ l’unico modo per parlare ai cuori delle persone toccando la loro esperienza quotidiana: il lavoro, la famiglia, i problemi di salute, il traffico, la scuola, i servizi sanitari”. Lo spiega il Papa nella messa conclusiva del suo viaggio a Firenze, richiamando la “sapienza di San Leone Magno”, “che ci ricorda che non puo’ esserci vera sapienza se non nel legame a Cristo e nel servizio alla Chiesa”. Ma papa Bergoglio cita anche l’umanesimo, “di cui Firenze e’ stata testimone nei suoi momenti piu’ creativi, e che qui ha avuto sempre il volto della carita’”. Questi gli elementi di riflessione proposti dal Papa durante la messa davanti a oltre 40mila persone, nello stadio Artemio Franchi, in occasione del V convegno nazionale della Chiesa italiana. E’ presente al rito anche la moglie del premier, Agnese Renzi, con i figli.

Il convegno, apertosi ieri, andra’ avanti fino al 13, e dovra’ lavorare sul forte discorso programmatico di papa Bergoglio. Prima della cerimonia papa Francesco ha incontrato gli ammalati nella chiesa Santissima Annunziata e tra loro anche il sottoufficiale dei carabinieri Giuseppe Giangrande ferito nel 2013 davanti a Palazzo Chigi. “La nostra gioia – ha rimarcato papa Francesco, che ha celebrato la messa dopo aver pranzato alla mensa Caritas di San Francesco Poverino, al tavolo con i poveri li’ assistiti, menu’ toscano con ribollita e “tesserina” per accedere – e’ anche di andare controcorrente e di superare l’opinione corrente, che, oggi come allora, non riesce a vedere in Gesu’ piu’ che un profeta o un maestro. La nostra gioia – ha ricordato al convegno della Chiesa italiana – e’ riconoscere in Lui la presenza di Dio, l’inviato del Padre, il Figlio venuto a farsi strumento di salvezza per l’umanita’”. “La comunione tra divino e umano, realizzata pienamente in Gesu’, – ha detto – e’ la nostra meta, il punto d’arrivo della storia umana secondo il disegno del Padre. E’ la beatitudine dell’incontro tra la nostra debolezza e la Sua grandezza, tra la nostra piccolezza e la Sua misericordia che colmera’ ogni nostro limite”.

Tale meta, ha spiegato, “si inizia a pregustare e a vivere qui e si costruisce giorno dopo giorno con ogni bene che seminiamo attorno a noi. Sono questi i semi che contribuiscono a creare un’umanita’ nuova, rinnovata, dove nessuno e’ lasciato ai margini o scartato; dove chi serve e’ il piu’ grande; dove i piccoli e i poveri sono accolti e aiutati”. La sapienza di san Leone Magno che papa Bergoglio indica alla Chiesa italiana – qui rappresentata da 2.500 delegati da parrocchie e diocesi – e’ “frutto del convergere di vari elementi: parola, intelligenza, preghiera, insegnamento, memoria”. “E’ questa – ha ricordato – la strada su cui incrociamo l’umanita’ e possiamo incontrarla con lo spirito del buon samaritano. Non per nulla l’umanesimo, di cui Firenze e’ stata testimone nei suoi momenti piu’ creativi, ha avuto sempre il volto della carita’. Che questa eredita’ sia feconda di un nuovo umanesimo per questa citta’ e per l’Italia intera”. Nel richiamo a san Leone Magno, il Papa ha fatto anche un riferimento al “ministero petrino, (il suo servizio di Papa, ndr) cioe’ – ha detto – custodire e proclamare la verita’ della fede; difendere e promuovere la comunione tra tutte le Chiese; conservare la disciplina della Chiesa. Papa Leone – ha rimarcato – e’ stato e rimane, in questa missione, un modello esemplare, sia nei suoi luminosi insegnamenti, sia nei suoi gesti pieni della mitezza, della compassione e della forza di Dio”.

Proprio a Firenze e’ sorto, come segno di questo convegno ecclesiale che restera’ in dono alla citta’, la “Casa della carita’”, nel quartiere popolare di Novoli, con sedici appartamenti, un centro per anziani, una struttura di accoglienza per le emergenze abitative e un nido per bambini. Illustrando l’iniziativa all’Osservatore romano, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori ha rimarcato come l’iniziativa significhi l’impegno dell’arcidiocesi “per promuovere un nuovo umanesimo e per suscitare forme sempre aggiornate di carita’ in risposta ai bisogni del territorio”. Alla fine dell’omelia, la folla ha tributato un applauso al Pontefice, e il cerimoniere ha chiesto di raccogliersi in silenzio e in preghiera.

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