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Uruguay: dalla guerriglia alla Presidenza, ex Tupamaro favorito alle elezioni di domenica

E’ il personaggio più pittoresco e amato del panorama politico uruguaiano degli ultimi decenni.  Il senatore José Mujica per tutti Pepé, è morto e resuscitato diverse volte: è stato capo del gruppo guerrigliero Tupamaros, prigioniero per 13 anni durante la dittattura militare che durò dal 1973 al 1985, senatore della Repubblica, ministro dell’Agricoltura e domenica potrebbe diventare Presidente della piccola Repubblica latino-americana.  Mujica infatti è il candidato della coalizione di centro-sinistra al governo, Frente Amplio e superfavorito alle elezioni presidenziali.  Le stime parlano di un risultato che si attesterebbe fra il 44% e il 46%, se così fosse non basterebbe all’ex guerrigliero per evitare il ballottaggio di novembre con il suo principale rivale l’ex presidente Luis Lacalle del Partido Nacional, formazione di centro-destra, che i sondaggi danno fra il 30 e il 34%.  Più indietro nelle previsoni elettorali il Partido Colorado di Pedro Bordaberry, figlio del golpista Juan Maria Bordaberry col 10% e Pablo Mieres del Partido Independiente col 2 / 3%.
José Mujica fu uno dei leader del gruppo guerrigliero di ispirazione marxista Tupamaros, la prima formazione che teorizzò la guerriglia urbana in contesto democratico, teoria e prassi ripresa da vari gruppi armati deglia anni ’70, fra cui le Brigate Rosse.  Arrestato nel 1972, dopo essere entrato in clandestintà poco prima, riuscì a evadere per bene due volte.  Ripreso, durante la dittaura diventò ostaggio dei militari che  minacciarono di giustiziare lui e i suoi compagni incarcerati qualora una qualsiasi azione fosse stata portata a compimento dalla guerriglia.  Nell’85, iniziò l’era della legalità democratica: il paese si liberò dalla dittaura e Mujica fu amnistiato.  Dopo aver rinunciato alla lotta armata, fondò il Movimento per la Partecipazione Democratica (MPP), fra le cui fila vi erano numerosi ex-Tupamaros convertiti ai metodi e alle regole democratiche; in seguito l’Mpp confluì nella coalizione Frente Amplio, diventando la principale forza all’interno dell’alleanza.  Nelle ultime elezioni del 2004 la consacrazione: José Mujica è il deputato più votato del paese e si aggiudica il dicastero dell’Agricoltura, nel governo di Tabaré Ramon Vazquez Rosa.
Con uno stile informale che rasenta la trasandatezza, la sua semplicità, il suo carisma e il suo modo diretto e spesso colorito di comunicare, José Mujica è riuscito a raccogliere un vasto consenso, soprattutto fra la popolazione più povera, in un paese afflitto dai classici mali sudamericani: crisi economica, disoccupazione e soprattutto corruzione.
Nell’America Latina dei leader con un’altra vita alle spalle, dopo Lula da Silva (amico personale di Mujica), Chavez, Morales e Lugo, anche l’Uruguay vira a sinistra e si appresta ad incrementare le fila di un movimento di natura continentale in cui è centrale il tema dell’affrancamento dalla tutela egemonica statunitense e dalla loro politica neo-coloniale.      

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