Ambiente Salute

Uno studio italiano rivela il legame tra l’inquinamento e i disturbi psichiatrici

Scritto da vocealta

Il cambiamento climatico e il rischio di problemi psichiatrici sono tra le questioni discusse nel recente convegno “Il cervello e i cambiamenti. Le sfide climatiche, ambientali, affettive e adattive”, che ha visto la partecipazione di oltre 50 esperti italiani di fama mondiale nel campo della salute mentale. In particolare, gli specialisti, hanno evidenziato come effettivamente l’inquinamento atmosferico aumenti il rischio di soffrire di ansia e depressione.

Secondo gli studiosi, l’aumento della temperatura media annua e l’urbanizzazione hanno portato a un aumento significativo dei livelli di inquinamento che ha conseguenze sulla salute globale. Infatti, Emi Bondi, il direttore del dipartimento di salute mentale dell’ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo e presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP), ha spiegato che «da tempo ormai gli scienziati stanno rilevando gli effetti di questa evoluzione sulla salute dell’uomo. Sappiamo che molti studi correlano alla depressione l’infiammazione da esposizione a sostanze tossiche nell’aria. Non solo: l’inquinamento è stato chiamato in causa anche per l’aumento dei disturbi del neurosviluppo tra i figli di donne esposte a inquinanti atmosferici, così come per l’incremento delle patologie degenerative cerebrali come l’Alzheimer. Per non dire del rumore: è stato dimostrato che l’inquinamento acustico può causare disturbi del sonno anche molto seri».

Nonostante l’inquinamento acustico sia stato associato a malattie cardiovascolari, metaboliche e respiratorie, il più grande impatto è stato riscontrato nei disturbi psichiatrici. Infatti, uno studio italiano pubblicato di recente  su “Epidemiology and Psychiatric Sciences” ha dimostrato come l’ozono sia un potenziale fattore di rischio per la salute mentale e come l’esposizione ad esso possa essere associata a un aumento di ricoveri psichiatrici. A tal riguardo, il professore Alfonso Tortorella, ordinario di psichiatria all’Università degli studi di Perugia, ha chiarito: «Per due anni, dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2016, sono stati raccolti i dati relativi agli accessi ai servizi di emergenza psichiatrica degli ospedali generali di Perugia e Foligno, in Umbria, collegandoli con i livelli di inquinanti atmosferici. L’osservazione dei 1860 casi complessivi di ricoveri in Pronto Soccorso per disturbi mentali (1461 dei quali a Perugia e 399 a Foligno) ha permesso di individuare proprio nell’ozono l’inquinante che poteva essere collegato al ricovero. Si può dunque affermare che questo inquinante possa essere considerato un potenziale fattore di rischio per la salute mentale e che l’esposizione all’ozono può essere associata a un aumento di ricoveri psichiatrici. Un risultato che conferma quanto riportato dalla letteratura esistente sul rapporto tra inquinamento atmosferico e salute mentale».

Inoltre, anche altri studi internazionali hanno dimostrato l’influenza dei principali agenti inquinanti sulla salute della nostra mente. Queste scoperte fanno molto riflettere sull’importanza di prendersi cura dell’ambiente e di ridurre l’inquinamento. Spesso, quando si parla di cambiamento climatico, si pensa solo agli effetti sull’ambiente e sul clima, ma le conseguenze sulla salute mentale sono altrettanto importanti. Proprio perché l’inquinamento atmosferico, acustico e ambientale in generale, può causare ansia, depressione e altri disturbi mentali, è necessario che ognuno di noi faccia la sua parte per combatterlo e ridurlo non solo per salvaguardare il pianeta ma anche noi stessi.

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