Unicredit supera le stime del mercato con un rosso nel 2020 di 2,8 miliardi. Sul risultato pesano gli accantonamenti per 5 miliardi di rettifiche sui crediti, misura adottata per far fronte all’impatto della crisi pandemica. L’amministratore delegato uscente Jean-Pierre Mustier ha presentato ieri il suo ultimo bilancio al consiglio di amministrazione,. sottolineando però il risultato «straordinario» raggiunto «a livello di utile sottostante» pari a 1,3 miliardi nel 2020, con una previsione di crescita a 3 miliardi nel 2021. L’utile netto sottostante non tiene conto di alcune voci straordinarie come per esempio i costi di integrazione in Italia (-1,272 miliardi nel primo trimestre 2020) o il deconsolidamento della turca Yapi Credi (-1,576 miliardi sempre nel primo trimestre 2020). Pur in un esercizio complicato, Mustier lascia in eredità un indice di solidità patrimoniale (Cet1) al 15,08, i massimi di sempre.
Come previsto, dopo aver individuato Andrea Orcel come nuovo CEO, il consiglio ha risolto con due mesi di anticipo sulla scadenza formale di aprile il rapporto con Mustier, il quale lascia questa mattina il suo ufficio di Piazza Gae Aulenti. E lo stesso manager francese ha guidato Unicredit come CEO e direttore generale negli ultimi cinque anni a dare il benvenuto al suo successore. «Andrea Orcel entrerà in banca dopo l’assemblea degli azionisti di aprile – scrive Mustier nella nota sul bilancio -. Andrea Porta al gruppo un patrimonio di esperienza e una straordinaria serie di risultati nella finanza internazionale. Ha tutti i numeri per guidare Unicredit nella prossima tappa del suo percorso».
A raccogliere il testimone, e tutte le deleghe, nella vacatio tra i due CEO è Ranieri De Marchis, nominato direttore generale protempore, come consentito dallo statuto della banca. L’attuale co-chief operating officer (ruolo condiviso con Carlo Vivaldi secondo lo schema dei co-head adottato nella prima linea da Mustier) ha iniziato la carriera come analista finanziario in Italcable per poi trasferirsi in Procter & Gamble alla fine degli anni ’80. Nel 1990 è entrato in General Electric e nel 2003 è approdato in UniCredit come chief financial officer del gruppo. Nel 2009 la nomina a responsabile delle attività di audit e di controllo interno, posizione che ha coperto fino all’agosto 2016. «Con la sua vasta esperienza, Ranieri garantirà la continuità operativa e la prosecuzione del nostro impegno nel raggiungere gli obiettivi del gruppo, fino alla nomina di Andrea Orcel» ha scritto da parte sua il presidente Cesare Bisoni, anch’egli in scadenza.
Come è noto, con il rinnovo, sarà l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ad assumere la presidenza del gruppo che si prepara, tra le altre, alla sfida delle fusioni. «È prematuro parlare di strategie future» hanno tagliato corto Mustier e il direttore finanziario Stefano Porro in una call con le agenzie di stampa. Dell’agenda di Orcel si intuisce per ora solo la tempistica: prima la squadra, poi le scelte. E Unicredit, si è limitato a osservare il CEO uscente, «è ben posizionata per affrontare le sfide». Un segnale è forse già arrivato ieri con i 90 milioni di prestito a cinque anni per la sostenibilità concessa a Prada.
Combinando distribuzioni ordinaria e straordinaria, la banca corrisponderà agli azionisti quest’anno un ammontare complessivo di 1,1 miliardi, costituito da riacquisti di azioni proprie per 0,8 miliardi e dividendi in contanti per 0,3. Sul 2021 è prevista una distribuzione straordinaria di capitale pari a 652 milioni sotto forma di riacquisti di azioni proprie. La proposta sarà sottoposta ai soci in aprile con attuazione dopo il 1 ottobre 2021.