Ambiente

Un errore di laboratorio potrebbe ripulire i nostri mari dalla plastica

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Il problema dello smaltimento della plastica nei nostri mari potrebbe essere risolto da un errore di laboratorio. Un gruppo di ricerca internazionale dell'Università di Portsmouth e il National Renewable Energy Laboratory del Colorado, infatti, ha sintetizzato un enzima capace di divorare la plastica fin dai primi giorni in cui ne entra in contatto.

Gli scienziati hanno iniziato il loro studio dall’analisi di un batterio, scoperto in una discarica Giapponese, che mangia naturalmente le Pet (bottiglie, contenitori etc). Successivamente hanno sintetizzato un enzima che è risultato decisamente più efficace rispetto alle aspettative. L’obiettivo dei ricercatori è quello di migliorare la molecola in modo da poterla utilizzare su larga scala combattendo la piaga dell’inquinamento da plastiche e microplastiche dei nostri mari. 

Ogni anno, si producono circa 300 milioni di tonnellate di plastica al giorno con Cina ed Europa (Germania, Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Polonia producono il 70% della plastica europea) capiclassifica dei Paesi produttori al mondo. Circa 8 milioni di tonnellate finiscono nei nostri mari gran parte sotto forma di microplastiche, frammenti di plastica di dimensione inferiore ai 5 mm e presenti anche nei cosmetici e nei prodotti per l’igiene. Le microplastiche sono ingerite dalla fauna marina e, di conseguenza, anche da tutti gli organismi che si nutrono di pesce, tra cui l’uomo.

Uno degli scopritori dell’enzima, John McGeehan di Portsmouth, ha dichiarato che «è una grande e concreta scoperta. L'enzima artificiale impiega pochi giorni per cominciare a disfare la plastica, molto più veloce dei secoli che impiegano gli oceani».

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