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Tutto in una notte

Se diamo retta ai numeri, se ci affidiamo alla ragione, alla logica, alla realtà dei fatti, scopriamo che Inter – Milan, attesissimo derby in programma domenica sera, è in fondo una partita come le altre. Né più, né meno. In palio per il vincitore ci sono solo tre punti, gli stessi se hai la meglio su un’avversaria qualsiasi. Stesso discorso per quanto concerne la lotta scudetto. La fine del campionato è assai lontana. C’è quasi tutto un girone di ritorno per recuperare o sprecare il vantaggio.  Un trionfo o una sconfitta, quindi, nella fredda notte meneghina, significa poco. Pochissimo nell’economia del torneo.
Ma, per fortuna, il calcio non è mai una scienza esatta e non vive solo di numeri. Sono ben altri gli ingredienti che rendono gustoso il suo essere: la passione, le emozioni, le attese, le gioie, le delusioni. L’ansia di vincere o di perdere. E proprio in partite come questa, dove due modi opposti interpretare lo sport più amato del pianeta si incontrano e si scontrano, tutto viene esaltato alla massima potenza.
Il destino di una stagione sembra quindi dipendere da quei maledetti novanta minuti, troppi per chi assapora il successo, troppo pochi per chi è costretto ad inseguire.
Un’ora e mezza di adrenalina pura. Il resto non conta. San Siro sarà il centro gravitazionale del mondo del pallone. Tutto, per il cuore e la mente di tifosi rossoneri e nerazzurri, si deciderà in quella notte.
Il pacato Leonardo proverà a spodestare il vulcanico Mourinho, Ronaldinho a cancellare dalla memoria collettiva le gesta di un altro eroe da derby, quel Ronaldo amato allo stesso modo dalle due Milano.
Gli occhi saranno puntati ovviamente su di loro. Sulle stelle più brillanti della stracittadina: da Beckham a Sneijder, da Milito a Borriello.
Ma, come premesso, il derby è pure follia. Quindi non si escludano gli eroi per caso, i comprimari che diventano protagonisti. O addirittura gli scherzi della natura: un autogol, un ciuffo d’erba, un errore che regala gloria e disperazione. Inutile ribadirlo: non c’è alcun spazio per la ragione.  

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