Non ci sarà alcun referendum sulla nuova geografia giudiziaria. La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato inammissibile la richiesta di referendum abrogativo, avanzata da nove Consigli regionali, inerente la riforma, entrata in vigore il 13 settembre scorso, che ha portato alla soppressione di circa mille uffici giudiziari minori. Le motivazioni della Corte saranno depositate entro i termini di legge.
A presentare richiesta di referendum abrogativo, che in novembre aveva avuto il via libera della Cassazione, erano stati i Consigli regionali di Abruzzo, Marche, Liguria, Campania, Calabria, Puglia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Basilicata. La decisione della Consulta e’ arrivata dopo una breve camera di consiglio. Nell’udienza a porte chiuse svoltasi stamattina, le Regioni erano tornate a ribadire che, a loro parere, con la chiusura dei ‘tribunalini’, si va incontro a pesanti ricadute sia sull’accesso dei cittadini alla giustizia, sia sul lavoro degli uffici giudiziari ‘accorpanti’ quelli soppressi.
L’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del Governo, aveva invece sostenuto l’inammissibilità del quesito referendario, ritenendolo collegato al bilancio dello Stato e quindi non compreso tra le materie che, in base al dettato dell’articolo 75 della Costituzione, possono essere sottoposte alla consultazione popolare.