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Strisce blu story

La storia dei parcheggi a pagamento della Capitale è fatta di tanta comicità. Quantomeno comica è stata infatti la politica adottata dalle giunte di centrosinistra che si sono alternate al Campidoglio a partire dal 1997, quando si cominciarono a vedere lunghe linee blu sulle carreggiate e antipatici ometti in casacca gialla che girovagavano per i quartieri con minacciosi blocchetti in mano.

Inizialmente la sosta tariffata era stata istituita per le strade ad alta attività commerciale, poi col passare degli anni, la vernice blu si è sparsa a macchia d’olio, e con lo stupore generale ce la siamo ritrovata sotto il portone di casa.

Gli ometti in casacca gialla si sono moltiplicati e hanno iniziato a girare in gruppi folti, a causa delle numerose aggressioni subite, provocando delirio sociale generalizzato non appena il catarifrangente della loro divisa appariva in fondo alle strade della Capitale. E col tempo cominciarono a diffondersi le leggende metropolitane sulla proprietà della società che gestiva i posti blu, che veniva attribuita ai parenti stretti degli amministratori pubblici e di noti presentatori televisivi.

Addirittura tre anni fa l’allora Sindaco Veltroni minacciò prima di far pagare una tassa annua sui posteggi a pagamento della propria zona di residenza (paghi anche se parcheggi sotto casa tua) poi si rimangiò l’idea dopo aver sondato l’impopolarità della decisione. L’ultima sentenza della Cassazione sul tema (gennaio 2007), dopo numerose altre negli ultimi anni contro i Comuni che adottano tasse sul parcheggio, sentenziò che i posteggi a pagamento dovevano essere affiancati da un congruo numero di posteggi liberi, senza la necessità quindi di pagare il ticket orario.

Purtroppo l’Obama de noantri non prese alcuna decisione in merito, anche perché si prospettava uno scenario politico nazionale che lo avrebbe portato dalle stelle del PD alle stalle del 14 aprile. Quella sentenza degli ermellini profilò (per la gioia di molti) l’ipotesi dell’inizio del processo di estinzione della specie degli “Ausiliari del Traffico”, ipotesi sempre più golosa con la tempestiva decisione del nuovo Sindaco Alemanno di sospensione totale della sosta tariffata prima dell’inizio dell’Estate 2008.

Ma come spesso succede la storia d’amore estiva finisce con i colori dell’Autunno che a Roma purtroppo continuavano a restare sulle tonalità del blu. Il primo municipio ha reintrodotto immediatamente la sosta tariffata tout court e a catena i municipi limitrofi al centro storico, quindi quelli più periferici hanno reintrodotto la sosta a pagamento col dovuto lifting imposto dalla Cassazione.

Sebbene la sosta tariffata sia stata ripristinata rispettando la sentenza del Palazzaccio, tramite l’alternanza con la sosta gratuita, questa è vincolata a disco orario per sole tre ore, e non c’è stato (sic!) alcun provvedimento in merito al rispetto dell’articolo 7 del Codice della Strada che, al comma 6, prescrive che “le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”. Che tradotto vuol dire inglobare le strisce blu in marciapiedi più ampi corredati da angoloni. Che ulteriormente tradotto in soldoni significa miliardi di euro di lavori pubblici.

Il Sindaco e l’Assessore Marchi sanno bene che le centinaia di migliaia di ricorsi al Prefetto ed al Giudice di Pace in opposizione alle multe degli ausiliari del traffico (quasi sempre vinte dal cittadino) vertono su queste motivazioni. Occorre una strategia meno frettolosa e più concreta per la definitiva soluzione e “messa a norma” del problema.

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