Salute

Stare in piedi fa bene alla salute

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Una ricerca scientifica britannica esorta chi fa lavoro d’ufficio a trascorrere come minimo due ore al giorno, con l’obiettivo di arrivare a quattro, dunque quasi metà della giornata lavorativa, stando in piedi: è il sistema migliore, se non l’unico, per evitare disturbi cardiaci, diabete, tumori e altre malattie collegate al restare troppo a lungo seduti.

 

Le aziende per prime dovrebbero incoraggiare i dipendenti ad alzarsi il più frequentemente possibile dalla scrivania e a fare ripetute pause per sgranchirsi le gambe. La pausa caffè però non è sufficiente. Il rapporto suggerisce un completo ripensamento a lungo termine del modo in cui sono strutturati gli uffici, sostituendo o almeno affiancando le postazioni tradizionali di lavoro con le nuove “standing desk”, le scrivanie per lavorare in piedi.

Il vantaggio, sostengono gli esperti, non è solo per lo stato fisico dei lavoratori: ci guadagnerebbero anche le finanze private e pubbliche, perché una vita lavorativa meno sedentaria potrebbe migliorare la produttività, ridurre i costi dell’assistenza sanitaria e diminuire l’assenteismo.

Per milioni di anni l’uomo ha trascorso la maggior parte della giornata in piedi. Solo quando il terziario si è ampliato e la rivoluzione tecnologica ha cambiato il modo di produzione, facendo fare a macchine quello che prima facevano gli uomini, abbiamo gradualmente dimenticato cosa significhi stare tutto il giorno in piedi. Oggi il 65-75% del lavoro d’ufficio viene fatto da seduti, su una sedia, poltrona o poltroncina che dir si voglia.

Gli “standing desk” potrebbero diventare effettivamente il modus operandi del futuro per tutti: in Scandinavia, secondo una stima, il 90% degli impiegati ha accesso a postazioni di questo tipo. Nel Regno Unito ne dispone per ora soltanto l’1% dei lavoratori e in altri paesi occidentali la percentuale è ancora più bassa.

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