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“Sfruttamento del lavoro”. L’accusa all’azienda di moda Alviero Martini

Scritto da vocealta

Il Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per l’azienda di moda “Alviero Martini spa”, ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo. I profitti sarebbero stati massimizzati usando “opifici cinesi” e facendo ricorso a manovalanza in nero e clandestina. L’azienda, con sede a Milano, produce borse ed accessori con mappe geografiche disegnate.

Gli accertamenti avrebbero stabilito che l’impresa non ha mai effettuato ispezioni o controlli sulla filiera produttiva per appurare le condizioni lavorative e le capacità tecniche delle aziende appaltatrici, agevolando così soggetti accusati di delitto di capolarato. L’azienda infatti ha affidato l’intera produzione a società terze, tali aziende appaltatrici avrebbero però solo “nominalmente” una capacità produttiva tale da poter competere sul mercato solo esternalizzando le commesse ad opifici cinesi, i quali abbattono i costi grazie all’impiego di manodopera irregolare, clandestina e in condizioni di sfruttamento.

In particolari tali opifici cinesi fanno ricorso a manodopera in nero e clandestina, non osservano le norme relative a salute e sicurezza sul lavoro e non rispettano i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro di settore, relativamente alla retribuzione, agli orari, alle pause ed alle ferie.

 

 

 

 

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