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Sea Watch: Salvini, ‘li fermeremo’. Opposizioni a Lampedusa

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Dopo 14 giorni in attesa nel Mediterraneo, la nave Sea Watch 3 con a bordo 42 profughi rompe il blocco navale ed entra in acque territoriali italiane. A comunicarlo è la stessa organizzazione non governativa che si occupa di salvataggio di civili in mare. «Basta, entriamo. Non per provocazione, per necessità, per responsabilità», viene spiegato sul profilo Twitter della Ong dove vengono rilanciate anche le parole di Carola Rackete: «Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo». Il rischio, per l'equipaggio, è di vedersi sequestrata l'imbarcazione, oltre alla denuncia per tutti i componenti e una multa di 50 mila euro. Ma, come più volte denunciato dalla comandante, la situazione a bordo era diventata «insostenibile» a causa delle precarie condizioni igieniche e dello stato psicologico dei naufraghi. Tuttavia, il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, fa muro e assicura – in una diretta Facebook – che lo sbarco «sarà fermato con ogni mezzo lecito. Non darò l'autorizzazione allo sbarco a nessuno. Il comandante è avvisato, chi sbaglia paga. La nostra pazienza è finita. L'Olanda ne risponderà».

Immediata la reazione delle forze politiche di opposizione che, quasi all'unisono, hanno deciso di partire per Lampedusa per dare supporto all'equipaggio e favorire lo sbarco. «La Seawatch ha scelto di entrare a Lampedusa. Questa sera insieme a una delegazione del Pd e di altri gruppi sarò anche io lì, a ringraziare l'equipaggio per aver salvato delle vite umane. E a contrastare la barbarie di chi chiude i porti», dice il deputato Pd, Matteo Orfini. «Ora più che mai non si può lasciare sola SeaWatch. Il sostegno dato nei mesi scorsi a Open Arms e RescueMed oggi si rinnova con ancora più vigore per Carola, il suo equipaggio e i naufraghi a bordo. Nelle prossime ore sarò con loro a Lampedusa. Restiamo umani», sottolinea Nicola Fratoianni de La Sinistra. Anche +Europa invia suoi rappresentanti nel porto di Lampedusa: il deputato Riccardo Magi, contattato dall'AGI, informa di essere già sull'isola: «Ho deciso di venire a Lampedusa per manifestare sostegno e vicinanza ai naufraghi, all'equipaggio della Sea Watch 3 e anche a chi, come don Carmelo La Magra, da giorni chiede alle istituzioni italiane un po' di umanità», sottolinea Magi: «Voglio seguire da vicino l'evolversi della situazione che mostra anche la prima applicazione del decreto Sicurezza bis: una norma profondamente incostituzionale». E sul caso si è espresso anche monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino: è un «discorso di umanità», dice all'AGI Nosiglia ribadendo la solidarietà della diocesi e confermando che «la chiesa di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato questi fratelli e sorelle al più presto, se questo può servire a risolvere il problema».

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