Salute

Screening del seno, alta adesione nel Centro-Nord, sfiducia nel Sud

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L’Osservatorio nazionale screening ha pubblicato l’ultimo rapporto annuale sull’attività delle Regioni nel 2017. Dai dati si nota l’ennesimo divario tra Nord, Centro e Sud, con il Meridione dove i valori presi in esame non riescono mai a raggiungere la soglia di accettabilità del 50%, per quanto si registri un’aumento del tasso di adesione allo screening mammografico. Gli screening sono esami condotti a tappeto su una fascia più o meno ampia della popolazione allo scopo di individuare una malattia o i suoi precursori (quelle anomalie da cui la malattia si sviluppa) prima che si manifesti con sintomi. I dati sono stati divisi tra mammografici, cervicali e colorettali.

Marco Zappa, responsabile dell’osservatorio, afferma che questi test sono un diritto e evidenzia alcune criticità in merito.

Nel complesso sono stati mandati 3.420.000 inviti, 200 mila in più rispetto all'anno precedente. L’attività è in generale crescita, con un’estensione pari all’84% del territorio nazionale, ma che evidenzia anche la differenza tra le diverse zone, con 98 donne su 100 coinvolte al Nord, 94 su 100 al Centro e 60 su 100 al Sud, per quanto comunque in aumento. In media, quindi, più di una donna su due si presenta a fare la mammografia. Nel Meridione, con annesse Sardegna e Sicilia, solo il 41% delle donne risponde effettivamente all’invito ricevuto, rispetto al 63% delle adesioni registrate al Nord, per cui anche se i programmi risultano attivi in un determinato luogo, numerose donne non sfruttano la possibilità.

Tuttavia questo comportamento rivela in realtà una sfiducia in sé verso le strutture pubbliche sanitarie (gratuite) preferendo piuttosto recarsi presso cliniche private a pagamento. Con questi dati, la copertura complessiva raggiunge comunque valori più alti al Nord (83%) e al Centro (79%), mentre risulta significativamente più bassa al Sud e nelle isole (59%). Virtuosa la provincia autonoma di Trento, con l’89% delle donne coinvolte, fanalino di coda la Campania con il 48%.

L’invito è stato esteso inoltre alle fasce d’età 45-49 e 70-74, con diversi livelli regione per regione, con l’Emilia-Romagna in testa in ambedue le direzioni. L’European Commission Initiative on Breast Cancer tuttavia non è ancora completamente convinta che questa apertura ad altre fasce d’età sia effettivamente funzionale.

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