C’è una profonda differenza tra Claudio Scajola e Josefa Idem. Il primo fu travolto da ministro per lo sviluppo economico in quanto una parte del suo appartamento nei pressi del Colosseo sarebbe stato pagato in parte da un imprenditore, Diego Anemone. Per inciso, Scajola per comprare quella casa stipulò un mutuo di oltre seicentomila euro con i quali acquistò, con regolare rogito per pari importo, un appartamento “mezzanino”. Nella stessa zona e con ben altre complesse vicende, l’attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio ed ex ministro, Filippo Patroni Griffi spese nel 2008 177 mila euro per un appartamento che secondo le stime attuali varrebbe oggi all’incirca 800 mila euro.
Ben diverso il caso di Josefa Idem. L’olimpionica, che vanta il record i 8 partecipazioni ai Giochi, avrebbe fissato a Santerno, frazione di Ravenna, la propria residenza, fino al 4 febbraio 2013, in un immobile diverso da quello del marito e dei figli, che risiedevano in una casa adiacente. Lei, invece, a quanto pare, abitava… in palestra. L’accusa si legge nei documenti del Comune: “Con riferimento all’Ici risulta che i contribuenti hanno considerato abitazione principale sia il fabbricato di Carraia Bezzi che il fabbricato di Argine Destro Lamone, e conseguentemente non hanno corrisposto l’Ici dal 2008 al 2011, fruendo dell’esenzione prevista per legge”. Diventata parlamentare, la Idem ha spostato la residenza nella casa del marito e regolarizzato la propria posizione con l’Imu, con un versamento a titolo di “ravvedimento operoso”. Ma i dubbi per gli anni precedenti restano. Il ministro dello Sport ha dichiarato di non sapere bene come ciò sia potuto accadere. Con riferimento al più eclatante caso, quello di Claudio Scajola e della differenza pagata “a sua insaputa” è interessante sapere che probabilmente Scajola aveva ragione. Almeno è quanto sta emergendo durante il processo che si sta svolgendo presso il tribunale di Roma e nel quale Scajola è imputato non già per corruzione, come era stato ipotizzato dall’accusa e dalla stampa nell’ormai lontano 2010, ma per il più modesto reato di “finanziamento illecito a parlamentare”. Ciò che colpisce, come scrive oggi anche Giancarlo Mazzuca sul quotidiano Il Giorno, è che le testimonianze al processo, a partire da quelle dell’architetto Angelo Zampolini (la persona che per conto dell’imprenditore Anemone avrebbe pagato la differenza alle venditrici della casa) ha smentito sotto giuramento che Scajola fosse informato dell’accaduto.
Il ministro Idem può vantare una simile testimonianza? Chi ha fissato per lei la sua residenza presso la palestra di casa?