Il teatro alla Scala restituirà i 3 milioni già versati dall'Arabia Saudita in quanto i bonifici non hanno rispettato le regole della donazione. La decisione comunicata dal sindaco Giuseppe Sala è arrivata al termine del cda, ed è stata presa all'unanimità. Questo mette per adesso la parola fine o pausa all'ipotesi di ingresso di Riad come socio fondatore. «vengono restituiti i soldi. A oggi non sono state approvare altre forme di collaborazione – ha detto Sala – A oggi si torna al punto zero».
L'Arabia Saudita resta comunqueun Paese con cui dialogare. Lo ha spiegato chiaramente il presidente del Cda della Scala e sindaco di Milano, Giuseppe Sala. «Il Cda della Scala non reputa che l'Arabia Saudita non sia un paese con cui non si debba parlare. La Scala ha sempre parlato con tutti. Se qualcuno ritiene che con i sauditi non si debba parlare, questo non è il Cda della Scala. Alcuni politici possono anche ritenerlo, ma se hanno consiglieri nel Cda facciano sì che siano allineati con quello che dicono», ha spiegato Sala, aggiungendo poco dopo: «O il governo ci dà una blacklist o noi non ci sentiamo nelle condizioni di dire che con i sauditi non si parla».
Il sindaco di Milano ha poi spiegato che «Alexander Pereira certamente rimane al suo posto. Non è in discussione» sottolineando che il sovrintendente è confermato fino alla fine del mandato nel 2020. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ieri aveva definito da licenziamento il comportamento di Pereira. «Se Fontana intende portare avanti questa idea deve dire al suo rappresentante in cda, Philippe Daverio, di proporlo ma non è stato questo il caso».
Secondo Sala il progetto di ingresso dei sauditi nel Consiglio di amministrazione del teatro alla Scala di Milano che sarebbe conseguito a un finanziamento di 15 milioni di euro è stato gestito male «dal punto di vista della comunicazione». «Al sovrintendente imputo grande ingenuità – ha detto ancora il sindaco al termine della riunione del Cda- . Ormai è un po' di anni che è in Italia e dovrebbe capire come funziona il meccanismo». «A lui ho detto che apprezzo il suo attivismo – aggiunge – e il fatto che si spende molto sul piano internazionale, ma lo ritengo un po' ingenuo a credere che quello che un esponente politico gli dice un giorno poi lo dichiari l'indomani». «Pereira si è mosso in buona fede dal punto di vista della ricerca della partnership – ha concluso Sala – La cosa gli è un po' scappata di mano».