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“Santoro? Epurato di Serie A”

Oliviero Beha, amico di Santoro, compagno di mille epurazioni.
«Amico non direi. Anzi direi che gli sto sulle palle. Non mi invita mai».
Suvvia, un po’ di solidarietà.
«Guardi, premetto che Michele fa un programma importante che deve restare in Rai perché fa inchieste che appassionano il pubblico. Basta vedere gli ascolti che ha».
Finita la premessa, passiamo allo svolgimento.
«Ecco, ma non parliamo di censura».
Come no?
«L’idea di una censura assoluta è una favola che non esiste».
Guardi che Travaglio la toglie dal borderò del Fatto quotidiano.
«Mi spiego. Il criterio su cosa voglia dire “censura” e su chi è o non è “censurato” o “epurato” in Rai è molto relativo».
Per esempio lei.
«Ecco, io per esempio. Nel ’96, quando al governo c’era Prodi, e in Rai il presidente era Enzo Siciliano, chiusero tranquillamente la mia trasmissione Radio Zorro, che faceva un milione di radio ascoltatori, e non fregò niente a nessuno, nessuno parlò di censura».
E perché per Santoro sì e per altri no?
«Perché in Rai ci sono censurati di serie A e censurati di serie B. Io non facevo parte né della destra né della sinistra, e quindi ero fuori da ogni gioco, il mio destino non interessava alle segreterie di partito».
Mentre Michele…
«Michele è un grande professionista, verso cui ho molta stima, ma ha una biografia che conosciamo».
Riassumo: entrato in Rai col Pci, poi organico a Telekabul, poi parlamentare europeo del centrosinistra.
«Santoro, senza parlare della sua bravura, del suo narcisismo e dei soldi che prende, adesso è diventato poco digeribile dai partiti, ma fino all’altro ieri è rimasto dentro il gioco destra-sinistra, lui ha condotto un percorso all’interno del sistema politico. Io invece sono stato un meteco, senza diritto di cittadinanza. E c’è una bella differenza tra un meteco e un bravissimo conduttore fazioso come Santoro, col suo maoismo salernitano».
Cioè, Santoro lamenta l’invadenza dei partiti in Rai, ma ne ha fatto parte lui stesso.
«Be’ ma non scopriamo nulla. È o non è stato candidato ed eletto al Parlamento europeo? Se non vuol dire far politica questo… La Gruber stessa. Adesso che fa? Lavora su La7, sganciata dalla politica? C’è qualcuno che pensa davvero che in Italia si possa occupare posti di responsabilità in tv sganciati dalla politica?».
Però Santoro è campione della libertà di espressione.
«Ma l’atteggiamento da censurato non gli si addice. La vera censura è quando non parlano di te. Finché Santoro, se rischia di essere chiuso, sta in prima pagina a nove colonne sui giornali, questa è una censura relativa. La censura è l’altra faccia della libertà di stampa, c’è una lotta continua tra le due, è fisiologico che sia così».
La Rai ha diritto di scegliere cosa e chi mandare in onda?
«Il problema sono le motivazioni. Santoro fa ottimi ascolti, ma fa buona informazione? Secondo me sì, ma il vero problema è chi lo deve decidere».
E chi lo deve decidere?
«Il pubblico? La Commissione di Vigilanza? Il direttore generale della Rai? Il presidente della Rai? Il leader dell’opposizione? Chi deve decidere se Annozero è una buona o cattiva trasmissione? Secondo me il pubblico. Se è il consenso che decide, allora valga anche per i conduttori tv».
Santoro è rientrato in Rai grazie a una sentenza.
«E io ne ho avute quattro di sentenze di reintegro, e non mi hanno mai reintegrato».
Ci sono reintegrati di serie A e di serie B. Lei però è sempre in B, Santoro sempre in A.
«Quindi purtroppo non basta la sentenza, è un discorso un po’ più complesso. Conta la notorietà, la visibilità, la storia personale. Lui si è meritato il proscenio, le sue battaglie lo hanno portato a questo punto che ogni cosa che fa diventa un caso nazionale».
Ma perché è convinto di stare sulle palle a Santoro?
«Perché quando rientrò in Rai, con i capelli tinti di biondo, io scrissi in prima pagina sull’Unità che se avessero dato la prima serata a me mi sarei tinto di rosso per superarlo a sinistra».
E lui non si divertì…
«La considerò una presa in giro, un atto di lesa maestà, un insulto alle istituzioni, nemmeno avessi detto che il presidente della Repubblica è pederasta. Da allora mi detesta, anche se difendo a spada tratta le sue trasmissioni».
 
Da Il Giornale

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