"E' con sorpresa e profondo disappunto che apprendiamo dagli organi di stampa che 'il decreto per il Governo delle liste d'attesa 2016-2018 è il frutto di un ampio accordo e di un lavoro di condivisione e studio della Regione Lazio con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e quelle della medicina generale (Fimmg, Smi, Snami, Intesa Sindacale)'. D'altronte un tale documento, pieno di scoop populistici e propagandistici (come da tempo ormai siamo abituati da parte del governatore Zingaretti e dai suoi collaboratori), non poteva essere redatto se non dai protagonisti su indicati". Lo afferma Guido Coen Tirelli, segretario dell'Anaao Assomed Lazio, dopo le strategie taglia-attese annunciate nei giorni scorsi dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, alla presenza del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
"Come tutti sanno, e non si comprende come i politici regionali non vogliano ancora capirlo – spiega in una nota – le cause delle liste d'attesa non sono da ricercare nell'attività libero professionale intramoenia, in quanto questo istituto viene esercitato al di fuori dell'orario dedicato all'attività istituzionale e con essa non può confliggere. Si potrebbe ipotizzare quindi che l'enfasi data, nel decreto e nei media, alla possibile interruzione dell'Alpi in caso di non rispetto dei limiti stabiliti nelle liste d'attesa risponda piuttosto all'esigenza, da parte della Regione, di una 'captatio benevolentiae' nei confronti di alcuni sindacati confederali che da sempre, in maniera miope e grezza, si battono per l'abolizione dell'Alpi", attacca Coen Tirelli.
"Né ci sembra ipotizzabile – aggiunge – 'l'apertura dei servizi estesa fino alle 22 e nei giorni di sabato e domenica', tenuto conto che già attualmente tutte le aziende sanitarie del Lazio sono fuori norma per quanto riguarda il rispetto della normativa europea sull'orario di lavoro. Appunto a tal proposito – precisa il segretario regionale del sindacato della dirigenza medica – l'Anaao Assomed si riserva azioni sindacali e di adire le vie legali nei confronti della Regione Lazio e delle aziende sanitarie inadempienti".
"L'Anaao Assomed del Lazio ritiene, "molto meno propagantisticamente, ma più realisticamente, che le cause della 'vergogna del sistema sanitario regionale', cioè le liste d'attesa fuori controllo – puntualizza il segretario – sono da ricercare nell'incapacità politica e ideativa della Regione Lazio, nella confusione gestionale e organizzativa delle aziende sanitarie del Lazio e nei molteplici, nonché onerosi per le tasche dei contribuenti, accordi intercorsi tra la Regione Lazio, nelle sue varie colorazioni politiche, e i medici di medicina generale, che non hanno sortito alcun risultato sulle liste d'attesa, né tanto meno vantaggi per i cittadini".
"Se gli 'attori' invitati alla 'collaborazione' e alla 'condivisione' sono le organizzazioni sindacali confederali e i medici di medicina generale, con esclusione delle OoSs dei dirigenti medici, e questi ultimi vengono penalizzati e dati in pasto all'opinione pubblica nel far intendere che siano i veri responsabili delle liste d'attesa – osserva Coen Tirelli – non è certamente un buon viatico per l'attuazione del decreto. Nessuna norma è plausibile senza il coinvolgimento dei medici dirigenti del Ssr", avverte.
"Se poi si pensa che 'alcuni' medici dirigenti possano artatamente incrementare le liste d'attesa a proprio tornaconto – dice ancora – questo diventa interesse della magistratura e materia disciplinare, senza ricorrere al goffo tentativo di penalizzare tutta una categoria di professionisti che della sanità pubblica hanno fatto la ragione del proprio essere".
In conclusione, "l'Anaao Assomed non può condividere il decreto per il governo delle liste d'attesa 2016-2018 né nella forma né nei contenuti, e attende di essere convocata per un serio confronto sulle problematiche trattate".