Salute

Istituto Superiore di Sanità: casi Covid-19 in decremento in tutte le Regioni ma non abbassiamo la guardia

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Il Presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa settimanale all'Iss sull'andamento dell'epidemia di Covid-19 ha dichiarato che «in tutte le regioni i casi sono in decremento» per quanto tuttavia «rimangano le differenze tra le regioni che dividono sostanzialmente in tre aree il paese».

A livello geografico segnala una riduzione anche in Lombardia, mentre i piccoli picchi registrati ultimamente in Molise e Umbria sono rapidamente rientrati. L'indice di contagio Rt è segnalato sotto il valore 1 in tutte le regioni italiane tranne in Val d'Aosta, dove si registra un valore pari a 1.06. Da un lato questi dati dimostrano ancora una volta come il paese sia a più velocità, tuttavia non si registrano sovraccarichi dei servizi ospedalieri, sia per quanto riguarda le terapia intensive sia per quanto riguarda i reparti. Dall’altro tuttavia questo non è un motivo per abbassare la guardia, poiché «l’obbiettivo è di evitare la ripartenza di curve epidemiche sapendo che ci potranno essere degli episodi di ricrescita dei casi nei territori» dato che «il virus ancora circola» e non si può escludere «un incremento nelle prossime settimane».

Una questione che frena gli entusiasmi sulla questione degli spostamenti interregionali, per cui la «mobilità tra le Regioni va affrontata con un numero di nuovi casi ancora più ridotto rispetto a quello che abbiamo» poiché l'indice di contagi Rt «cambia su base settimanale e lo escluderei come criterio al riguardo per gli spostamenti. Ma sono importanti anche le modalità di movimento, cioè come ci si sposta».

Tuttavia il ministro della Salute, Roberto Speranza, sottolinea come «i dati del monitoraggio sono al momento incoraggianti. Ci dicono che il Paese ha retto bene le prime aperture del 4 maggio», sebbene certamente non bisogna pensare «che la partita sia vinta. Serve massima cautela. Basta poco per vanificare i sacrifici fatti finora».

Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco, sostiene inoltre che «il tempo ragionevole per pensare a un vaccino è primavera, estate prossima, non penso per settembre ci possa essere alcun vaccino disponibile, pur contando risultati molto buoni, come sembrano gli studi di fase 1. Speriamo l'anno prossimo e speriamo sia più d'uno e che le capacità di produzioni siano adeguate».

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